18/12/1983 - Omelia IV Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 18/12/1983
Omelia IV Domenica di Avvento anno A

Ascolta l'audio

Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

Ci è presentato san Giuseppe, come un grande modello della fede che dobbiamo avere. Giuseppe, che di fronte al mistero, di fronte a questo grande intervento di Dio, tace e adora. Tace e crede. Tace e ubbidisce.

È Gesù che viene, è Gesù che è Dio, che vuole essere “Emmanuele”, Dio con noi. Il Natale è sentito quando si capisce chi viene e si capisce perché viene, perché l’uomo da solo non può realizzare, non può salvarsi, non può dare alla sua vita il senso che indubbiamente deve avere. Senza di lui, la storia degli uomini è una storia di tragedia e di morte. Lui viene e la nostra fede deve diventare grande. Non comprendiamo, non sappiamo analizzare, non sappiamo costruire, se non poniamo la fede, se non poniamo una fede grande e forte.

San Giuseppe è un esempio proprio perchè accetta il piano di Dio, lo accetta anche se oscuro, anche se sconvolge tutti i piani precedentemente fatti. Ed è così che riusciamo anche noi a leggere, a leggere il piano che Dio ha su di noi, sulla nostra vita; riusciamo a leggere, sapendo bene che tutto è per una ragione, per una ragione fondamentale che dobbiamo accogliere con entusiasmo.

Tutto è fatto per amore: Gesù si è incarnato per amore, è vicino a noi per amore, si dona a noi per amore, tutto si spiega con un amore tanto grande, che sorpassa la nostra attesa e perfino la nostra intelligenza. Dio ci ama!

Il Natale ci deve parlare soprattutto di amore, il Natale ci deve parlare in termini di dono, del dono più grande che Dio poteva dare a tutta l’umanità: il suo figlio! Ci ha dato Gesù, il Salvatore, ci ha dato ogni cosa! Ecco perché non dobbiamo sperare nelle cose di questa terra, non dobbiamo sognare delle cose della terra, non dobbiamo appoggiarci alle cose della terra. Perché il nostro Natale sarebbe bugiardo se fosse semplicemente così: una cerimonia, un gesto di omaggio e non ponessimo in Gesù ogni nostra attesa, ogni nostra fiducia.

Scuotiamoci, allora, da quel senso di torpore di cose umane e di attese umane che ci ingannano, diamoci al Signore, diamoci con tutto il cuore! Passiamo questa settimana in profondo raccoglimento, per ravvivare tutta la nostra vita spirituale, per darci veramente al Signore come il Signore si dà a noi, per rendere la nostra fede una fede operante, una fede viva, una fede che muove tutto quello che è il nostro mondo di ogni giorno.

Darci a Dio, darci con tutto il cuore, volere celebrare il Natale come un’autentica conversione, come un’autentica salita di amore, come una vera e grande realtà che abbiamo conquistato, perché Gesù viene a noi, ma vuole che liberamente e totalmente ci affidiamo a lui.

CODICE 83NHO01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 18/12/1983
OCCASIONE Omelia IV Domenica di Avvento anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS