Is 7, 10-14; Rm 1, 1-7; Mt 1, 28-24
… avete trovato questo personaggio, Acaz, un re come tanti altri re, che cercava con i diritti politici, che erano più o meno leciti, di salvare il suo trono e di destreggiarsi in quel guazzabuglio che in quel momento era ancora l’Oriente, un re che è rimproverato dal profeta, perché basa la sua azione solo su motivi umani e non guarda più in alto. Non sente che la storia del popolo ebreo è legata ad una promessa, una promessa fulgida di salvezza universale. Il profeta lo rimprovera e gli dice: “Domanda il miracolo, Dio te lo darà!”, ma Acaz si rifiuta: “Non tenterò il mio Dio”. Era una scusa, non voleva entrare in quell’ordine di idee. E allora ecco, la forza del profeta si apre in una visione assolutamente universale: “Ebbene non un re come te, Dio darà al mondo un re, una guida, una salvezza, sarà Emmanuele, sarà Dio-con-noi. Ed ecco il miracolo: una Vergine lo concepirà”.
E Matteo, nel testo evangelico, ci richiama proprio a questa profezia. Si è avverata, dice l’evangelista, si è avverata in pienezza con Maria che ha dato al mondo il Salvatore, ha dato al mondo il Signore, ha dato al mondo Gesù. In questa visione e in questa promessa sta la nostra preparazione immediata al Natale, perché dobbiamo guardare al Natale in un’assoluta prospettiva di fede. È la fede che ci deve far vedere in Gesù Bambino il Dio, il Dio che salva, il Dio che ama, il Dio che viene nell’umanità. È la fede. Sono i momenti della fede, che devono riempire il nostro cuore della vera gioia.
È per questo che la nostra preparazione al Natale si deve affrettare e deve diventare completa. Se in quest’Avvento noi non abbiamo fatto abbastanza, ecco, in questi ultimi giorni la nostra preparazione deve essere più forte, deve essere più grande, deve essere impegnativa totalmente. Noi dobbiamo veramente sentire i giorni della fede, vorrei che insistessimo. E come si fa a renderli tali?
Prima di tutto è necessario che noi guardiamo al piano di salvezza di Dio. Dio ha il suo piano di amore per cui vuole unire a sé tutte le sue creature, vuole che queste creature lo amino e nel suo amore costituiscano un’unica famiglia, una famiglia che viva la vita stessa sua: più persone, tante persone, un unico amore e un’unica guida. Il Natale è la puntualizzazione di questo piano, è l’inizio splendido di questo piano e noi, in questi giorni, ci dobbiamo sentire chiamati a questa vocazione: a costituire con il Signore un’unica famiglia.
Poi dobbiamo purificarci dai nostri peccati, perché il piano di Dio ha un unico ostacolo in questa nostra volontà egoistica, che noi chiamiamo peccato, il peccato che ci divide da Dio e ci divide dagli altri uomini, che ci isola nel nostro orgoglio e nel nostro egoismo, il peccato che si presenta come una soddisfazione sbagliata. Infatti Gesù si chiama Salvatore anche perché è venuto a salvare il suo popolo dai suoi peccati, dice il testo dell’evangelista. E’ qui il senso della penitenza, della conversione, ché convertirsi vuol dire cambiare modo di pensare, cambiare modo di sentire, cambiare la nostra condotta. Ancora, questi giorni devono essere giorni di profonda riflessione. Noi dobbiamo riflettere fino in fondo sulla Parola che Dio fa risuonare di più nell’intimo dell’anima nostra.
Senso profondo di fede, senso grande di umiltà. Porci dunque in ascolto del Signore e perciò realizzare un’atmosfera di preghiera potente, forte. È questo clima forte di preghiera che ci dispone immediatamente.
Il re, che ricordavamo prima, vedeva le cose umanamente e agiva di conseguenza. Noi siamo chiamati a vedere al di là delle apparenze, a vedere nelle cose di questo mondo il disegno di Dio, un disegno di Dio cui collaborare e la prima e la fondamentale collaborazione è questa nostra disponibilità alla preghiera, all’ubbidienza. Ubbidire alla voce di Dio perché diventiamo veramente il suo popolo, perché l’annuncio della sua nascita trovi non solo un’eco profonda nel nostro cuore, ma trovi noi completamente rinnovati da essere veramente vicino a Lui, dato che lui è il Dio-con-noi.
CODICE | 71NIO01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 19/12/1971 |
OCCASIONE | Omelia, IV Domenica Avvento - Anno A |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Purificazione, fede |
ARGOMENTI | Purificazione, fede |
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