22/12/1985 - Omelia IV Domenica Avv

Sant’Ilario d’Enza, 22/12/1985
Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno C

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Mic 5, 1-4; Eb 10, 5-10; Lc 1, 39-48

Le parole della Beata Vergine Maria sono le parole che dobbiamo prendere sulle nostre labbra, anche se indegne. Dobbiamo prepararci al Natale con sentimenti di profonda riconoscenza e di profondo amore. Sono le parole dell’umiltà, sono le parole dell’amore, sono le parole dello stupore di chi ha ricevuto così tanto.

Nel Natale noi riceviamo il Figlio stesso di Dio, il Figlio di Dio meravigliosamente fatto vicino a noi, il Figlio di Dio che viene per sanare le nostre ferite e guarire le nostre malattie.

Il sentimento della riconoscenza è un sentimento che ci deve penetrare fino in fondo, il sentimento di ogni cristiano cosciente. Se uno crede, se uno ha il dono di Dio di credere e sa che dall’alto dei cieli è venuto sulla terra un bambino ed è il Figlio stesso dell’Altissimo, di quanta riconoscenza si deve riempire il cuore e deve restare in un grande stupore.

Ecco la preparazione al Natale: riempire il nostro cuore di amore e di riconoscenza per valutare il dono grandissimo, incredibile che ci ha fatto l’Onnipotente, quando ha dato a noi peccatori il suo Unigenito, ha dato a noi peccatori la possibilità di diventare figli di Dio, ha dato a noi peccatori la possibilità di penetrare nei cieli e di avere la vita eterna.

Il mistero dell’Incarnazione va accolto con tanta riconoscenza e stupore: questi sentimenti devono essere così fissi nel nostro cuore da intonare tutto il resto. La riconoscenza: il Signore per noi scende dal cielo, ecco, è vicino alle nostre anime, ci vuole portare la salvezza, ci vuole portare la santità, ci vuole portare tutti i beni uniti alla pace della coscienza e alla tranquillità dello spirito.

Apriamo il nostro cuore: il Signore è vicino, grida la Liturgia, il Signore è vicino. Dobbiamo ripeterlo anche a noi stessi per scuoterci dalla nostra indifferenza, dal nostro torpore, dalla nostra inquietudine. Dobbiamo abbandonarci al Signore con piena fiducia, perché è proprio lui l’Onnipotente, è proprio lui il Signore dei signori, è proprio lui che ci è vicino ed è tutto nostro, tutto nostro.

Ecco le parole del Magnificat: “Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”. Sentiamola questa vera salvezza: nessuno ci dà la vera salvezza, nessuno, ce la dà solo Gesù, nessuno ci dà la pace, ce la dà solo Gesù, nessuno ci dà la speranza dell’eternità, ce la dà solo Gesù.

Resti allora il nostro cuore pieno di tenerezza, pieno di affetto, pieno di profonda riconoscenza: tutto per lui, perché lui è tutto per noi.

Ecco la nostra decisione che dobbiamo preparare per il Natale. Tutti dobbiamo consegnarci a lui e ognuno deve dire “tutto il mio cuore è per lui, tutto, senza oscillazioni e senza paure, senza egoismi e senza forzature”. Gesù è tutto per noi: consegniamoci totalmente a lui, totalmente.

La riconoscenza dà luogo al dono più totale di noi stessi, sapendo ripetere quello che ha detto la Vergine santa, “Avvenga di me quello che hai detto, sono la serva del Signore”, in un completo dono, in una completa generosità, in una completa a totale consegna dei nostri valori, del nostro cuore, del nostro tempo, delle nostre energie.

Tutto per Dio, sempre per Dio: Dio è il primo e va servito con tanto amore e con tanta forza.

Il Signore ci insegna che essendo venuto a noi non possiamo più parteggiare tra lui e le cose, ma dobbiamo consegnarci totalmente alla sua carità.

Resti così il nostro proposito, resti così ripetendo le parole della Madonna: “L’anima mia magnifica il Signore”. Sì, diciamo cose grandi del Signore, diciamo cose mirabili e non arriveremo mai a dire nemmeno la più piccola parte di quello che si merita.

Doniamoci tutti al Signore e il Signore farà della nostra vita una sua gloria, un bene per gli altri, una gioia per noi stessi.

CODICE 85NNN01313N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 22/12/1985
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno C
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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