18/12/1977 - Omelia IV Domenica Avv

Sant’Ilario 18/12/1977
Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno A

Ascolta l'audio

Is 7, 10-14; Rm 1, 1-7; Mt 1, 18-24

La Liturgia oggi sottolinea come servire Dio impegna la vita, come servire Dio non è un dire su delle parole. Ci troviamo di fronte a due grandi dolori: il dolore di Maria e il dolore di Giuseppe. Maria nel suo riserbo e nel silenzio della sua umiltà, Giuseppe nella problematica dura di un fatto meraviglioso, di cui non sapeva la spiegazione. Un doppio dolore, lasciato lì, a macerare per dei mesi, lasciato lì perché Dio voleva così, perché voleva questo servizio, questo dono, perché era la prima passione dell’uomo, che preannunciava in pienezza la passione del Figlio di Dio. Maria e Giuseppe hanno posto così nella fede il loro servizio e ci dicono come il prepararci al Natale, il vivere il Natale non è questione di parole o di sentimenti superficiali. Nella prima Lettura abbiamo visto il re di Giuda rifiutare l’aiuto di Dio, perché lui confidava molto nelle potenze terrene, nella gloria delle armi, nella sua strategia politica e dice: “Non tenterò Dio”. Non era questione di tentare Dio, era questione di porre tutto in Dio, di porre ogni speranza rinunciando alle speranze terrene. C’era un’alleanza che gli premeva, c’erano ragioni di Stato che lui vedeva logiche e si presenta il profeta con dei motivi religiosi. Gli deve essere apparso, il profeta, come molto importuno, la storia invece anche umanamente dà ragione a Isaia: lui aveva visto giusto, perché aveva visto con Dio (Is 7, 10-14).

Maria e Giuseppe, ecco, sono gli esemplari del vedere con Dio, del camminare con Dio, del non fidarci dei nostri calcoli e delle nostre mire umane, dei nostri appoggi umani. Avere un cuore di povero, confidare cioè solamente nel Signore, come diciamo continuamente: “Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra”. Ecco questo senso di fiducia, questa collaborazione serena, questa collaborazione intesa nei fatti, nel nostro lavoro, nel nostro dovere, in quello che la volontà di Dio esige da noi. Sta qui tutto il senso del Natale: accogliere non l’idea di Dio, la presenza di Dio, l’intervento di Dio, quella presenza che può essere scomoda, perché ci toglie dai nostri egoismi, ci impedisce gli appoggi del nostro orgoglio; accettare la presenza di Dio, per servire Dio in un incontro totale e completo. Egli sarà l’Emmanuele, egli sarà colui che abita con noi. “Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda tra di noi” (Gv 1, 14), ecco, è proprio la traduzione letterale del Vangelo di Giovanni che ritorna. Abitare tra noi, cioè vivere a fianco con Dio, rinunciare alla propria volontà, fare della nostra vita un’offerta continua al Signore. E’ questo il senso della Liturgia per cui diciamo con chiarezza:” Signore, vieni nella mia vita, Signore, vieni nel mio cuore, Signore, vieni nelle mie opere”. Paolo apostolo si definiva, lo abbiamo visto nella seconda Lettura, servo di Cristo Gesù, schiavo (Rm 1, 1), a disposizione di Cristo Gesù, per cui l’apostolato, per cui l’evangelizzazione è, ancora di più: essere a disposizione di Gesù, ancora di più: lasciarsi prendere da lui. Dirà lo stesso apostolo: “Lasciarsi afferrare da lui”, lasciarsi conquistare per annunciare il Vangelo di Dio. Ecco, oggi sottolineiamo questa disposizione totale, sottolineiamo come, per essere nell’evangelizzazione e nell’apostolato, si richiede questa disponibilità, una disponibilità piena, una disponibilità forte, una disponibilità continua. Domenica prossima è Natale. Come ci arriviamo? Come permettiamo questa irruzione di Dio in noi? Questa irruzione di Dio tra noi? Questo voler giudicare tutte le cose nella fede e secondo la fede?

Questa settimana poniamo l’anima nostra completamente a disposizione del Signore, poniamo l’anima nostra in una volontà fervida, in una volontà nuova, in una volontà che non venga mai meno per la sua gloria, per il nostro bene, per il bene della Chiesa.

CODICE 77NHO01313N
LUOGO E DATA Sant’Ilario 18/12/1977
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Servire Dio
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS