23/12/1979 - Omelia IV Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1979
Omelia, IV Domenica di Avvento – Anno C

Ascolta l'audio

Mic 5, 1-4; Eb 10, 5-10; Lc 1, 39-48

Siamo invitati, ancora con più forza, a guardare a Maria Santissima come l’esempio e il modello della nostra attesa del Signore. La Vergine Maria ha ottenuto la prima benedizione, ha ottenuto la prima beatitudine, a Lei dobbiamo guardare come alla fonte. Questa posizione “fontale” della Madonna la dobbiamo sentire completamente e gioiosamente. Era stato detto nell’Antico Testamento e spesso viene ricordato anche nei Salmi: la fecondità è la grande benedizione di Dio su una donna. Maria le supera tutte, Maria merita di essere feconda di una fecondità prodigiosa: diventa la Madre del Messia. Era stato detto: “Beata l’anima che confida, che crede al suo Dio” (cfr. Sir 34, 15) e Lei ha creduto, per questo è detto: “Benedetta tu fra le donne, beata tu che hai creduto, hai creduto alla parola” (cfr. Lc 1, 42. 45). Abbiamo bisogno di spalancare il nostro animo, proprio come lo ha spalancato la Madonna. Abbiamo bisogno secondo l’invito che fin dall’inizio dell’Avvento ci è stato rivolto, abbiamo bisogno di destarci dal sonno. Ed ecco allora le due virtù, sulle quali dobbiamo realizzare il nostro confronto e la nostra revisione di vita:

sulla nostra fede prima di tutto, perché è questione di fede, cioè di ascolto, cioè di assenso, di completo abbandono in Dio. Troppo spesso il nostro abbandono è solo verbale, sono solo parole che diciamo, ma sono parole che non esprimono il nostro cuore. Abbiamo troppa voglia di cose umane, abbiamo troppa speranza delle cose umane, confidiamo troppo in ciò che rapidamente passa e non ha nessuna consistenza. La prossimità del Natale c’invita alla fede, ad una fede grande, meravigliosa, la fede che tutto quello che in questo mondo vale è nell’ordine della provvidenza di Dio, del suo amore, della certezza che noi abbiamo di Lui. Le altre cose, staccate da Dio, non valgono. E’ allora in questa meravigliosa, continua fede che si realizza la nostra vita cristiana. “Ecco, Betlemme, tu sei la piccola, ma in te verrà il Salvatore!” (cfr. Mic 5, 1). Sentiamo la nostra piccolezza, la nostra insufficienza. La fede ci dice:

“ Poniti piccolo, senti la tua creaturalità, senti il tuo non sapere, il tuo non potere e Dio si riposerà in te”.

La fede dà luogo alla grande virtù che ci è suggerita nella seconda Lettura: l’assenso, la gioia nella volontà di Dio. “Tu non hai voluto né sacrificio, né offerta, non hai gradito olocausti … Allora ho detto: “Io vengo” (cfr. Eb 10, 5- 7), l’ “Io vengo” che è un prodotto della fede, per cui, sapendo che in Dio è tutto, ci poniamo a servizio di Dio, a completa disponibilità, pronti a fare la volontà di Dio, comunque si manifesti. È proprio così il bisogno di lasciarci condurre da Dio: chiudere gli occhi, cioè rinunciare al discorso umano, alle prospettive umane, perché Lui è la nostra guida, perché Lui ci sostiene continuamente. Allora il senso nostro del Natale appare evidente, appare veramente luminoso: accogliere Cristo e seguirlo. Non è venuto perché noi lo adorassimo, non è venuto perché noi lo applaudissimo, è venuto perché noi lo seguissimo, perché noi decisamente sentissimo la sua via, che è una via di amore, che è una via di dono, che è una via meravigliosamente posta in dono. Lasciarci condurre da Lui. Buttiamo via le nostre false speranze, seguiamolo nella carità, nell’amore verso tutti. Seguiamolo nella sua strada di distacco, seguiamolo nella sua umiltà. Seguiamolo nella sua comprensione e nella sua pazienza. Seguiamolo, perché allora lo splendore del suo volto ci salverà. Ognuno di noi si preoccupi di fissare bene i punti della propria riforma spirituale, una riforma che è tanto più urgente, quanto più il tempo progredisce. Il Signore si manifesta perché noi apprendiamo il vero senso della vita, il vero senso della nostra esistenza di ogni giorno. Bontà, purezza, generosità, umiltà, distacco: quale punto è particolarmente necessario per ognuno di noi? Quale punto? Fermiamoci a lungo e ripetiamo anche noi le sue parole d’ingresso nel mondo: “Vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.

CODICE 79NOO01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1979
OCCASIONE Omelia, IV Domenica di Avvento – Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Fede e gioia nella volontà di Dio - Sequela
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS