21/12/1975 - Omelia IV Domenica Avv Novena Natale 7

Sant'Ilario d'Enza, 21/12/1975
Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno B - Messa ore 6, 30 e 8, 30

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2 Sam 7, 1-5. 8-12. 14. 16; Rm 16, 25-27; Lc 1, 26-38

meSSa ORE 6, 30

Tutto l’Avvento ha avuto ragione nella preparazione al Natale; in questi ultimi giorni la Liturgia sottolinea la presenza della Madonna. La perfezione vera si ottiene solo con lei, la preparazione reale, costruttiva si ha mediante la sua intercessione. E così siamo invitati a ricevere Gesù dalle mani della Madonna. Come l’umanità tutta intera, “tutte le generazioni” – come dirà la Madonna nel Magnificat (Lc 1,48) – riceveranno Gesù da lei, così ogni anima riceve Gesù da lei. È per questo che allora la nostra preparazione al Natale deve essere nell’andare dalla Madonna, nell’essere più devoti di lei, nel farci insegnare da lei a ricevere Gesù, perché non avvenga che il nostro Natale sia a un livello molto superficiale, molto esteriore e scivoli via così.

Dobbiamo ricordare come ogni festa contiene una grazia. Le nostre feste non sono semplicemente dei ricordi: il giorno di Natale non ci fermeremo a ricordare Gesù nato a Betlemme. Vorremo ottenere quella grazia, che è la grazia precisa del Natale, la grazia di una comunicazione profonda e vera con Gesù, una comunicazione di sentimenti, una scelta di vita per cui possiamo in realtà dire che Cristo è nato in noi. Il cristiano non solo è chiamato a ricopiare il Cristo, e tanto meno questo lavoro si ferma ad un’esteriorità, ogni cristiano è chiamato ad identificarsi con Cristo mediante la fede e l’amore, è chiamato a realizzare un’unica cosa con lui.

Identificarci vuol dire attuare in pieno quella grande verità che chiamiamo del “Corpo mistico”, cioè di noi che diventiamo membra di Cristo, di noi che formiamo un’unica realtà con lui.

Di qui la necessità che le membra si assomiglino al Capo, che le membra non solo abbiano la vita che discende dal Capo, ma ne abbiano ancora le virtù.

Nascere in Cristo vuol dire allora prendere da Cristo, voler agire come lui, voler essere come lui davanti al Padre divino e davanti agli uomini.

Ci potremo dunque utilmente chiedere che cosa soprattutto ci manca, quali sono gli elementi che sono più contrastanti alla nostra identità cristiana, che cosa ci manca per poter dire che una comunicazione profonda c’è tra noi e il Signore.

Molte volte siamo troppi distratti, molte volte siamo troppi inquieti, molte volte siamo troppo impazienti, ci lasciamo prendere dal turbinio della vita. Molto spesso siamo così, quasi soffocati dall’inseguirsi delle cose. E allora dovremmo sentire ben chiare quelle parole e quell’espressione che Gesù ha detto alla sorella di Lazzaro, a Marta: “Marta, Marta, tu ti affanni troppo e ti agiti per troppe cose; invece una sola cosa è necessaria”(Lc 10,41). E quella cosa necessaria è proprio questa realtà di vita cristiana vissuta fino in fondo; non essere semplicemente di nome, ma essere di una realtà veramente grande, la realtà di una virtù vissuta con il Signore, di una virtù che vuol essere la nostra perfezione e l’edificazione degli altri.

È questa la grazia che ci dobbiamo preparare a chiedere, per intercessione della Madonna.

MESSA ORE 8, 30

Il re Davide voleva costruire un tempio al suo Dio, voleva costruire un tempio per riconoscenza di una prodigiosa assistenza che gli aveva fatto il Signore, lo voleva costruire come un segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Dio gradisce questa sua intenzione, dice però che quel tempio lo costruirà il figlio di Davide, Salomone. Però, come sempre, Dio sorpassa quanto l’uomo può immaginare. In fondo Dio dice: me lo costruirò io un tempio, un mirabile tempio, la farò io la mia casa; questa casa sarà veramente mirabile, la casa di carne, la Vergine Maria, vero tempio di Dio, nel quale il Signore è venuto in mezzo al suo popolo, è venuto per salvarlo, è venuto perché potesse veramente l’uomo essere un altro Dio. E quella casa, costruita dal Signore, la Beata Vergine, sarebbe sempre la Casa di salvezza, la Casa nella quale si edificano i figli di Dio, la Casa prodigiosa che noi chiamiamo “Stella del mattino”, che noi chiamiamo “Rifugio dei peccatori”.

Ecco la Liturgia che ci pone davanti la figura della Madonna come essenziale nel mistero di Cristo, perché l’avvenimento dell’Incarnazione non è stato per Maria semplicemente un avvenimento biologico, cioè, non ha semplicemente donato la carne al Figlio di Dio, sarebbe stato, quell’avvenimento, un avvenimento continuo di salvezza. Maria entra nell’economia dell’Incarnazione, entra nel piano divino di Dio per essere così salvezza, grazia, per essere per tutti gli uomini la scala sicura della salvezza. Si va in alto solo con Maria e si obbedisce alla fede, come dice san Paolo nella seconda Lettura: “Se veramente l’uomo può essere veramente lode al Signore” (Cor 4, 5), tutto il brano è una lode, lo è proprio per la mediazione meravigliosa della Madonna.

Prepararci dunque al Natale entrando in questa Casa, ecco, prepararci al Natale riaffermando la nostra comprensione del posto della Beata Vergine, sentendo come Maria è sempre Madre della Chiesa, è Madre di ogni uomo.

Vorrei che in questa preparazione noi ci rendessimo ben adatti. Ella, diremo il giorno di Natale, prese Gesù e lo pose nella mangiatoia. Ecco che per ognuno di noi, i nostri peccati sono molti, la nostra indegnità è tanta, forse non possiamo neanche essere al livello di quell’umile strumento in cui fu posto Gesù, però la Beata Vergine ci assicura la sua materna, totale comprensione e vuole deporre nel nostro cuore Gesù. Di qui la necessità di essere ben persuasi di questa essenzialità di Maria nel piano della nostra vita spirituale, nel piano del trionfo della Parola di Dio nella Chiesa.

Ecco la nostra devozione a Maria. Del resto è da secoli che tre volte al giorno le campane suonano, all’alba a mezzogiorno e alla sera suonano quello che diciamo l’Angelus, dicono: raccoglietevi, pensate, è stato il più grande fatto di tutta la storia dell’umanità, il Verbo si è fatto carne, il Verbo di Dio si è fatto uno di noi. Cristo Signore è, come lo diciamo nelle preghiere della Novena, è la chiave di Davide che apre e nessuno può chiudere, chiude e nessuno può aprire.

È molto bella la devozione dell’Angelus e ve la raccomando proprio in questa visione: tre volte al giorno ricordiamo che Maria ci ha dato Gesù e che Gesù è tutto, che Gesù è la sapienza, che Gesù è l’amore, che Gesù risolve i problemi di tutti gli uomini.

Quanto dobbiamo desiderare che il Natale sia capito! Sia capito all’interno della Chiesa, fino in fondo: un Natale superficiale, esteriore, fatto di apparenze non dice proprio niente; fuori dalla Chiesa perché la stella è per tutti e come allora chiamò dei pagani alla culla di Gesù bambino, perché tanti vicini non erano capaci di accogliere il messaggio, avvenga così per tutto il mondo, perché tutto il mondo senta che solo in Cristo Signore si può pensare ad un avvenimento di gioia nel domani dell’umanità. Solo così e solo per le mani della Beata Vergine. Cresciamo la devozione pregando bene, dicendo bene le preghiere, particolarmente l’Ave Maria. Cerchiamo di meditare il mistero di Maria nel mistero di Gesù, cerchiamo di stare uniti a lei per accogliere nella nostra vita un’esperienza ancora più grande di Gesù, cioè per accogliere Gesù con i sentimenti di umiltà, di purezza, coi sentimenti di fede e di amore con cui lei lo ha accolto a Betlemme. Impegniamo bene questi giorni, perché la grazia di Dio, la grazia del Natale non ci trovi impreparati e ci lasci e allora il Natale rappresenterebbe solo un rimorso di più, mentre deve essere una mirabile grazia.

CODICE 75NMO01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/12/1975
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Avvento - Anno B - Messa ore 6, 30 e 8, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Maria e il Natale
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