23/12/1973 - Omelia IV Domenica Avv ore 6.30 e ore 8.30

Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1973
Omelia, IV Domenica tempo Avvento - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30

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Mic 5, 1-4; Eb 10, 5-10; Lc 1, 39-48

MESSA ORE 6, 30

Noi oggi vogliamo raccogliere l’esempio della Madonna e il suo esempio ci porta al presepio, ci porta cioè all’incontro con il Signore.

Maria va subito dove la porta lo Spirito Santo, compie con umiltà, ma soprattutto con grandissimo amore, la volontà di Dio. È stato sempre questo che l’ha mossa, il motivo di tutto il suo agire: fare la volontà del suo Signore. “Sono la serva del Signore” (Lc 1, 38).

Che cos’è che ci impedisce, che troppe volte ci impedisce di realizzare il nostro incontro con il Signore? È la cattiva nostra volontà, è il non volere ciò che vuole Dio, è il credere giusto e conveniente quello che il Signore ci ha proibito o ci ha indicato non conveniente.

Sta quindi in questo esempio della Madonna il segreto vero della nostra riuscita spirituale del Natale. Siamo vicini e dobbiamo porre la nostra anima in una grande disposizione, costruendo così il nostro proposito: che Dio ci ama, che il Natale è il prodigio dell’amore di Dio, è la meraviglia dell’amore di Dio, che noi nel Natale ricordiamo questo amore di Dio che lo ha fatto diventare uomo, lo ha preso e lo ha portato a questa umiliazione, totale, profondissima. Se non comprendiamo del cristianesimo il centro che è l’amore, non comprendiamo nulla. Ecco perché dicevo che è in una disposizione di amore che deve essere la nostra anima, nel fare quello che vuole Dio quando vediamo Dio che ha fatto tanto per noi, nel fare quello che vuole Dio ben persuasi che la nostra felicità, che tutto quello che di bene noi possiamo fare per la nostra anima e per gli altri, è in quest’ordine: nella volontà di Dio, nei comandamenti di Dio, nell’osservare giorno per giorno quanto lui ci ha indicato.

Ecco la nostra purificazione, il pentirci di non averlo sempre fatto, il pentirci di essere andati per la nostra strada, il pentirci proprio fino in fondo all’anima nostra; la conversione, il cambiare pensiero, il vedere che questo fatto di amore, che è il Natale, esige da noi un ripensamento totale sul valore delle nostre azioni, sulla felicità che viene alla vita dall’adempiere bene quanto il Signore desidera da noi.

Tutto ciò evidentemente è frutto di Spirito Santo. Al saluto di Maria, Elisabetta fu piena di Spirito Santo.

Ecco allora la strada, che non è solo il suo esempio, ma è ancora la posizione che la Madonna occupa nella nostra vita. Dobbiamo guardare a lei e invocare lei. Noi riusciremo a fare la volontà di Dio, riusciremo a capovolgere le cose nel senso della fede, se invocheremo la Madonna, cioè se ascolteremo il suo saluto, cioè se noi ci metteremo veramente a chiamarla, a invocarla, a volerla nostro vero aiuto.

Invochiamo la Madonna come preparazione prossima al nostro Natale. Preghiamo molto, disposizione interiore che ci porta alla preghiera, alla vera, alla forte preghiera. E sarà così che veramente la nostra anima sarà in una disposizione meravigliosa, perché avvenga un grande Natale, cioè una grande nostra conversione, una grande nostra generosità, un rinnovare completamente la nostra vita cristiana.

MESSA ORE 8, 30

La Liturgia di oggi ci insegna con quale spirito noi dobbiamo entrare nelle feste natalizie.

Il Natale è una festa di gioia, però, guardiamo bene, non è una festa che si possa risolvere in qualche cosa di esteriore, tanto meno in qualche cosa di folcloristico. Il Natale è gioia, perché il Signore ci partecipa la grazia del suo mistero, del mistero della sua nascita, del mistero del suo amore; però il Natale è l’inizio di un olocausto; ce lo ricorda fortemente la lettera agli Ebrei che abbiamo letto: “Non hai voluto degli altri sacrifici. Il mio corpo sarà il sacrificio, un corpo mi hai preparato”. E come si sacrificherà? “Vengo per fare la tua volontà”, stabilisce col Natale un nuovo sacrificio, stabilisce l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

Ecco allora il significato del Natale. Il Signore è venuto sulla terra non per ricevere il canto degli angeli, non è venuto per ricevere le nostre congratulazioni, è venuto per salvarci, per offrire se stesso in vero sacrificio, è venuto per dare, per dare tutto. Gesù darà tutto. Non è venuto per ricevere.

E il significato del nostro Natale è di capire questa presenza di Gesù, di capire il significato della sua salvezza, di capire che il fondamento della nostra gioia sta nel ricevere questa salvezza e nel collaborare a questa salvezza. È evidente. Allora noi gioiremo per la nostra vocazione cristiana e gioiremo perché riconosciamo in Gesù il nostro modello; gioiremo perché, uniti a lui, possiamo rendere molto grande e molto efficace la nostra vita, efficace, collaborando alla salvezza di tutti gli uomini, perché Gesù non è venuto solo per noi, non è venuto solo perché noi ci riuniamo e celebriamo una festa. È venuto per il riscatto, per l’elevazione, per la salvezza di tutti gli uomini, di tutti!

Maria ci è presentata così, come l’esempio nel Vangelo, che “raggiunse in fretta una città di Giuda”. Non si è fermata a Nazareth, a gustare le meraviglie che lo Spirito Santo aveva operato in lei, ma raggiunse in fretta sua cugina Elisabetta, perché si doveva fare un’opera di santificazione, di partecipazione, perché doveva comunicare il dono che aveva ricevuto.

Ecco allora il nostro Natale: realizzarci ancora di più nella nostra proporzione di cristiani, accogliere Gesù con molto amore, unirci a lui e sentire sempre di più la nostra reale vocazione.

Dobbiamo diventare santi accogliendo il suo amore, dobbiamo diffondere questo suo amore, dobbiamo con la nostra preghiera, col nostro impegno, col nostro sacrificio compiere un’opera di evangelizzazione: il Natale per tutti gli uomini, il Natale come salvezza per tutti, attraverso anche la nostra collaborazione.

Passiamo dunque il Natale con un senso profondo di responsabilità, pregando per il bene e la pace di tutto il mondo, pregando perché “il Signore faccia splendere il suo volto” e ci salvi, sull’esempio di Maria, che ha saputo così realizzarsi come Madre della Chiesa, nel sentimento della sua umiltà, nella piena consapevolezza di fare la volontà di Dio. E’ nella volontà di Dio la nostra grandezza.

CODICE 73NOO01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1973
OCCASIONE Omelia, IV Domenica tempo Avvento - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Fare la volontà di Dio
ARGOMENTI Fare la volontà di Dio
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