13/05/1984 - Omelia IV Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 13/05/1984
Omelia, IV Domenica Tempo di Pasqua – Anno A

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At 2, 14. 36-41; 1 Pt 2, 20-25; Gv 10, 1-10.

è proprio Lui, Gesù, che si definisce, che svela se stesso a noi: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. Ha adoperato questo paragone per farci capire il suo cuore, la sua tenerezza, per farci capire quanto dobbiamo sentirci sicuri con Lui. Senza di Lui la vita è un enigma, senza di Lui la vita è un problema senza soluzione, senza di Lui è facile essere preda del ladro che arriva, perché lo ha detto Lui: “Sono ladri e briganti”. Lui è la sicurezza e il ladro non viene che per “rubare, uccidere e distruggere” (Gv 10, 10).

Noi dobbiamo sentire vicino a noi in una forte fede, in una grande sicurezza questa meravigliosa azione di Gesù: è il nostro Pastore, è il Buon Pastore, è la porta attraverso la quale noi possiamo passare, passare cioè ad una vita che è eterna, ad una ricchezza di opere senza alcun limite. È vicino a Lui che dobbiamo perciò sentire tutta l’importanza della nostra vita, tutta l’importanza per noi e per gli altri; un cristiano non è per sé, proprio perché unito al buon pastore è per gli altri, per la salvezza degli altri, è in una vocazione forte e grande di evangelizzatore.

Dobbiamo allora vedere quello che è impedimento ad essere in questa atmosfera: quella nostra scarsa fede, quella nostra timidità irragionevole, quel nostro cercare fuori dal Signore qualche cosa che sia un’ alternativa. Dobbiamo cercare di essere logici, sereni e forti perché il Buon Pastore ci guida. Egli lo dice: “Chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori” Il rapporto è strettamente personale: “una per una”, ne sa il nome, ne sa le capacità, ne sa quelle che possono essere le debolezze, sa tutto; dobbiamo perciò rendere il nostro rapporto con Gesù così intimo, così fiducioso, così rassicurante.

Noi abbiamo l’Eucarestia ed è Gesù in mezzo a noi, è Gesù buon pastore che continua ad offrire in ogni Messa il sacrificio supremo fatto là sul Calvario. La Messa attualizza per noi ciò che è stato per tutti, la Messa è un vero sacrificio, è il buon pastore che offre al Padre la sua supplica, il suo sangue, la sua morte ancora proprio per noi. Dobbiamo capire come nella Messa è proprio l’unione con Gesù buon pastore quella che ci rende ricchi e sicuri.

Dobbiamo amare molto la Messa: la Messa è Gesù che torna tra di noi, è Gesù che ancora è tutto per noi. Amiamola la Messa, viviamola la Messa, offriamo nella Messa i sacrifici nostri in unione alla sua immolazione, rendiamo la Messa come veramente Lui l’ha voluta: la nostra partecipazione all’evangelizzazione e alla salvezza di tutti. Impegniamoci perché la Messa non ci trovi mai distratti o assenti, perché la Messa non ci trovi assorbiti in altri pensieri. La Messa è unione stretta con Gesù nel mistero della Redenzione. È nella Messa dove sentiamo ripetere con forza dal suo atto redentivo: “Io sono il buon pastore, vi conosco. Conoscete anche me, vivete con me, agite con me, imponete alla vostra vita un senso grande e alto come io vi ho insegnato”.

CODICE 84ECO01363N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 13/05/1984
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo di Pasqua – Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Gesù Buon Pastore; la Messa: unione con Gesù nel mistero della redenzione
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