10/05/1981 - Omelia IV Domenica Pasqua Buon Pastore Giornata delle Vocazioni

Sant'Ilario d'Enza, 10/05/1981
Omelia, IV Domenica Tempo di Pasqua - Anno A - Giornata di preghiera per le vocazioni

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At 2, 14. 36-41; 1 Pt 2, 20-25; Gv 10, 1-10

“Egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori” (Gv 10, 3). È la contemplazione su cui la Liturgia di oggi insiste: la mirabile realtà di Gesù che, per ognuno di noi, è guida, amico, sostegno. Oggi celebriamo in tutta l’Italia la giornata di preghiera per le vocazioni. Dobbiamo, sì, pregare perché nella comunità cristiana lo Spirito susciti tante e sante vocazioni. Dobbiamo pregare, perché la Chiesa ha bisogno di anime generose, che seguano in tutto Gesù, ma la chiamata s’inquadra in una chiamata di redenzione universale. Il Signore chiama ognuno di noi a seguirlo: “Cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce” (Gv 10, 4). La chiamata, la sequela di Gesù è dunque l’unica strada, è la strada piena di dignità, piena di grandezza e di gioia, è la strada che dobbiamo seguire con umiltà, con perseveranza, con una generosità che non diminuisce mai. Seguire Gesù perché ci fidiamo di Gesù, la vita ha un senso proprio in questa fiducia. Il Signore non è lontano da noi, non è lassù nel cielo, chiuso nella sua gloria. Il Signore è buon Pastore, “Conosce le sue pecore” (Gv 10, 14). Ecco, porre la nostra vita nella fiducia, sentire che la vocazione del cristiano è una vocazione di pienezza, che il cristiano non è chiamato a compiere dei gesti, a osservare dei precetti, a compiere dei riti; il cristiano è chiamato a ben di più, è chiamato a essere con Gesù, a rivivere la vita di Gesù in se stesso, a camminare per la sua strada, cioè a ricalcare i suoi esempi nella carità totale, la carità verso Dio e la carità verso i fratelli. Il cristiano è chiamato a essere così un prolungamento di Gesù nel tempo e nello spazio. Dobbiamo rinnovare la vita del Signore, dobbiamo ricalcare perfettamente i suoi esempi. Lui ha detto “Io sono la porta” (Gv 10, 9): è per questa Porta che la nostra vita ha un significato, un significato di forza, un significato di umiltà e di bene, un significato di purezza e di generosità. Quanto ci dobbiamo sentire stimolati! Gesù non solo ci indica la via, per primo la percorre, dobbiamo solo seguirlo, dobbiamo cioè sentire che nulla ci può nuocere, nulla ci può rovinare, che abbiamo solo da evitare il peccato. È questo il nostro unico sforzo, è questa la nostra gloria e la nostra gioia, la gioia grande che possiedono le anime che sono col Signore, la gioia grande di una strada che non conosce inganni, perché c’è Lui, c’è il Signore, c’è la sua misericordia che ci solleva, c’è la sua bontà che ci sostiene. Uniamoci a Gesù, uniamoci a Lui quanto più possiamo e, secondo la sua Parola, camminiamo, seguiamolo, conosciamo “la sua voce” (Gv 10, 4). Nella sua voce c’è tutta la bellezza della vita significata ed espressa in quelle parole che Lui stesso ha detto: “Io son venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza” (Gv 10, 10). Una vita “in abbondanza”, una vita rigogliosa, una vita di santità, una vita d’impegno, una vita d’amore, una vita tesa alla realtà del Regno di Dio, una vita in abbondanza, in pienezza, una vita che sia così gloria a Dio e bene a tutti.

CODICE 81E9O01363N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 10/05/1981
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo di Pasqua - Anno A - Giornata di preghiera per le vocazioni
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La vocazione alla sequela di Gesù
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