24/04/1988 - Omelia IV Domenica Pasqua Buon Pastore

Sant’Ilario d’Enza, 24/04/1988
Omelia, IV Domenica Tempo Pasqua – Anno B

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At 4, 8-12; 1Gv 3, 1-2; Gv 10, 11-18.

È una meditazione forte alla quale siamo invitati. Egli, Gesù ci ama. Lui stesso si è chiamato il «Buon Pastore» che dà la vita per le sue pecore. Sentiamo che la grande, fondamentale gioia del nostro vivere è la sicurezza del suo amore.

Siamo sicuri che Egli ci ama; siamo sicuri perchè ha detto: “Io le conosco le mie pecore”. Ci conosce uno per uno; conosce le nostre qualità e le nostre debolezze, le nostre inquietudini e le nostre problematiche.

Ci conosce. Ci conosce e non ci disprezza, ci ama; ci ama al massimo.

Dare la vita è tutto. Nella certezza di questo amore nulla ci può sgomentare, nulla ci può fare paura!

C’è Lui; sa tutto di noi: sa il nostro passato e sa già il nostro avvenire. Sa tutto e ci è vicino. Ci è vicino con tenerezza, ci è vicino con perseveranza e ci conduce al pascolo, cioè non ci lascia mancare nulla. Nulla, assolutamente! Per la vita che dura per sempre, per la vita di gloria e di lode perchè noi siamo fatti per la lode al Padre, per la lode nel tempo – particolarmente con la Liturgia e con le opere buone –, e la lode per la eternità.

Siamo fatti per la lode, siamo fatti per amarlo, siamo fatti per fruttificare in Lui, per impreziosire tutta la nostra esistenza.

Quanta gioia, quanta serenità, abbiamo nella nostra fede! Quanta fortezza dobbiamo prendere per ogni nostro dovere!

Il Signore non è un padrone lontano ed esigente; Lui che si china su di noi. È Lui che, se ci smarriamo, ci prende sulle spalle e ci conduce all’ovile.

Quanta serenità nel saperci nelle sue braccia, nel saperci vicino al suo Cuore! Se guardiamo il mondo, è un’esplosione di cattiveria, di egoismo, è un’esplosione di egoismo insensato!

Bisogna non smarrirci. Sentire Lui, sentire la sua provvidenza, sapere e volere godere della sua intimità. Oh, quanto è bello, quanto è dolce pensare a Gesù Buon Pastore!

Tiriamo allora le conseguenze: la nostra preghiera, deve essere una preghiera di fiducia e di confidenza. Di fronte ai nostri dolori, non sgomentarci ma essere sicuri che il Signore provvede.

Realizzare sempre un programma di vita spirituale intenso e forte. Di fronte a tanto amore non possiamo essere pigri e mediocri, faticosi. La vita spirituale del cristiano deve essere una vita ardente, fervida, corrispondenza a questo amore tenerissimo.

La vita del cristiano deve essere una vita di corrispondenza vera di amore; di un amore premuroso e grande.

Amare chi ci ama; seguire chi ci incoraggia; essere sicuri con Lui; proclamare la solidità della nostra fede con le nostre opere buone, perchè le opere buone sono poste nelle sue mani e Lui le trasformerà per noi in una gioia perenne.

Molte opere buone, molta generosità, molta carità. Siamo nello stesso gregge: vogliamoci bene e corrispondiamo alle premure del Buon Pastore, che ci conduce ai pascoli eterni.

CODICE 88DPO01363N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 24/04/1988
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Pasqua – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Gesù Buon Pastore
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