24/03/1974 - Omelia IV Domenica Quar ore 6.30

Sant'Ilario d'Enza, 24/03/1974
Omelia, IV Domenica Tempo Quaresima - Anno C - Messa ore 6, 30

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Gs 5, 9. 10-12; 2 Cor 5, 17-21; Lc 15, 1-3. 11-32

MESSA ORE 6,30

Man mano che procede la Quaresima, noi dobbiamo conoscere sempre meglio il Signore. Dice la Scrittura: “Nel conoscere te, o Dio, sta la vita” (Gv 17, 3).

Il primo passo della salvezza è una conoscenza più propria e più forte del Signore. La Liturgia di oggi ci invita a conoscerlo nel suo amore e nella sua misericordia, perché Dio si manifesta grande, Dio proclama la sua onnipotenza soprattutto nel perdonare. Il crescere nella cognizione della misericordia di Dio è un elemento di verità, perché tutto quello che ha fatto Dio è misericordia.

Noi parliamo spesso della storia della salvezza; dalla caduta di Adamo, giù giù per i secoli, che cos’è la storia degli uomini, se non la storia della misericordia di Dio? Conoscere la storia è conoscere che Dio è misericordioso e buono.

Perciò, noi, non solo dobbiamo rallegrarci, ma dobbiamo sentire che questa misericordia si è accumulata per noi. La parola “accumulare” ripete in fondo quelle che sono le parole dell’apostolo san Paolo: “Tutto è vostro, voi siete di Cristo” (1 Cor 3, 22-23). Tutte le opere della misericordia di Dio in questi secoli, noi le abbiamo davanti e perciò la storia della salvezza è un motivo profondo per noi di conoscere Dio e di ringrazialo. Ed è perciò questo sentimento di ringraziamento che deve dominare tutto il nostro atteggiamento spirituale.

Che cos’è la Messa? È un grande ringraziamento. Del resto, noi chiamiamo il mistero del Corpo e del Sangue del Signore “Ringraziamento, Eucaristia”, perché è proprio nel riconoscere le meraviglie del Signore e nel benedirlo il nostro atteggiamento più reale e più giusto.

Ringraziare Dio, benedirlo e prendere motivo per corrispondere sempre di più a questa misericordia, perché, se ricordavamo la storia dell’umanità e poi passiamo alla storia della nostra vita, la nostra vita è breve ma grande e lunga è la misericordia di Dio, perché in ogni giorno della nostra vita sono state tante le misericordie del Signore. Dice bene la Scrittura: “E’ per la misericordia di Dio che non siamo stati consumati”, consumati dai nostri peccati, consumati da una giusta vendetta. Noi siamo quello che siamo, perché Dio è buono, perché Dio è misericordioso. Se possiamo andare ancora avanti nella nostra vita, è perché Dio è bontà e misericordia, perché ci perdona sempre, perché resta sempre nostro amico, perché ci accoglie con festa come il padre del figliuol prodigo, ogni qual volta noi la smettiamo in ordine alle nostre colpe e ritorniamo nelle sue braccia.

Ecco allora che vogliamo oggi rimeditare su questa misericordia di Dio e renderla veramente la nostra contemplazione e renderla la forza della nostra conversione. Non possiamo continuare ad offendere Dio che è così buono, Dio che è così misericordioso. Le nostre colpe assumono un tono di sempre maggiore odiosità: offendere uno che continuamente si dimostra misericordioso, meraviglioso nella misericordia, instancabile nella misericordia.

Ed è qui allora che, ponendo la nostra posizione personale, poniamo ancora quella di tutti gli uomini che hanno bisogno di misericordia, dai grandi peccatori lontani a quelli vicino a noi. Sapendo che Dio è misericordia, che noi come cristiani siamo incaricati di manifestare la misericordia di Dio, ecco il tipo, ecco le dimensioni della nostra spiritualità, che deve essere perciò una spiritualità missionaria, per portare tutti a conoscere la misericordia, per portare tutti a incontrarsi con il loro Signore.

CODICE 74CPQ01343N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 24/03/1974
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Quaresima - Anno C - Messa ore 6, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La misericordia di Dio
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