Dt 5, 12-15; 2 Cor 4, 6-11; Mc 2, 23-3, 6
La Liturgia ci invita a una profonda riflessione sul valore del giorno del Signore. Come vale, come è prezioso, come è santificante questo giorno! Tutti sono i giorni del Signore, ma questo in modo speciale lo è detto per tre motivi, perché deve essere un giorno di particolare vita nella preghiera. Dobbiamo nel giorno di domenica sentire come la preghiera è elemento vitale per la nostra vita, è elemento sostanziale per la nostra esistenza, come senza preghiera siamo abbandonati a noi stessi e non possiamo realizzare.
È ancora il giorno della nostra unione a Cristo nel mistero della Messa, perché è lì dove si compie la nostra redenzione, dove si rinnova il mistero della morte e della resurrezione di Gesù, dove si rende attuale per noi la sua salvezza. La Messa è il grande ponte che unisce la terra al cielo, è quel misterioso incontro con Cristo che ci purifica dai peccati e ci rende degni di camminare con lui. È nella Messa dove la nostra vita prende il suo significato, perché la vita non è solo lavoro, non è solo preoccupazione terrena. La Messa ci dice che la nostra vita ha un valore oltre le cose che passano, è un richiamo potente di eternità. La Messa ci mette al contatto delle cose soprannaturali e ci dice che il Signore è venuto, perché il nostro lavoro non serva solo per il tempo ma per l’eternità, non serva solo per noi, ma serva per il mondo, come uniti a lui tutta la nostra vita si trasfigura.
E terzo: è nel giorno del Signore dove avviene l’incontro comunitario del popolo del Signore, dove i battezzati sentono che c’è una realtà profonda che li unisce al di là di tutte le cose umane. Sentono di essere Chiesa, sentono di essere incamminati insieme, di essere cioè incaricati dal Signore, come Chiesa, a realizzare la vera liberazione del mondo, perché i cristiani non sono solo per sé, sono per tutti i loro fratelli e devono aiutarli a liberarsi da tutti quei condizionamenti che sono venuti dal peccato, dai peccati, da tutta la miseria del mondo: la liberazione dalla fame, la liberazione da tutto quello stato che è vera schiavitù del vizio. Ecco perché il giorno del Signore ha un profondo significato. Ecco perché il giorno del Signore dobbiamo sentirlo con vera forza. Oh, questo giorno che ci unisce insieme! Oh, questo giorno che ci fa sentire in mezzo a noi Gesù vivo e operante! Amiamolo questo giorno! E troviamoci volentieri insieme. Le nostre famiglie devono avere qui la sorgente della loro forza, la sorgente della loro propulsione è qui, nella Messa, nel pregare insieme, nell’offrire insieme, nell’amare Dio insieme, nel volerci più bene, perché il cristianesimo è tutto nell’ordine dell’amore, perché ogni famiglia sia santa in sé stessa, perché in ogni famiglia ci si voglia sempre bene al di là e al di sopra di ogni difetto, perché le famiglie tra di loro si vogliano bene, perché tutte le famiglie sentano che la comunità parrocchiale si vuole realizzare come una grande famiglia, nella quale ognuno ha la sua parola, ognuno ha il suo pensiero, ognuno ha la sua opera da compiere. Amiamo la Parrocchia come famiglia. Vediamo nella Parrocchia l’aiuto autentico alla formazione delle nostre famiglie, all’educazione dei nostri bambini. Vediamo nella Parrocchia il mezzo grande che ci dà il Signore perché ci sentiamo Chiesa e Chiesa che prega e Chiesa che opera e Chiesa che salva. Ecco, in un riaffermato proposito di santificazione del giorno del Signore, di partecipazione piena alla Messa, poniamo così la nostra preghiera per tutte le famiglie della nostra Parrocchia, perché nella necessaria distinzione, nella differenza che segna la nostra libertà, possiamo superare tutto e sentirci il popolo di Dio che, riunito da lui, è santificato ed è mandato da lui.
CODICE | 73C3O01338M |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 04/03/1973 |
OCCASIONE | Omelia, IX Domenica Tempo ordinario - Anno B - Festa delle famiglie della Parrocchia |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Il giorno del Signore |
ARGOMENTI | Il giorno del Signore |
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