11/04/1977 - Omelia Lunedi Angelo

Sant'Ilario d'Enza, 11/04/1977
Omelia, Lunedì dell’Angelo fra l’Ottava di Pasqua

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At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15

​ Il grande, perenne invito della Liturgia in questo tempo è la gioia: “Rallegriamoci ed esultiamo, perché è il giorno che ha fatto il Signore” (Sal 11, 24). In realtà abbiamo un grande motivo di gioia, l’unico, sostanziale motivo di gioia: Cristo risorto è veramente la nostra speranza, la certezza di questa vita e della vita eterna. Dobbiamo però fare molta attenzione, perché è facile costruirci una gioia che non è la sua, farci delle illusioni.

​ Qual è la vera gioia cristiana? Sostanzialmente è fatta di due elementi: una liberazione e una conquista. La gioia non sta con tutte le forme del nostro egoismo, del nostro orgoglio, della nostra sensualità, perché tutto quello che condiziona l’uomo e non gli fa accettare la Parola di Dio è ancora nemico della sua pace, della sua tranquillità, è nemico perciò della sua gioia.

​ L’invito pasquale è allora completare il lavoro, che dobbiamo aver fatto in Quaresima, il lavoro di liberazione e di rinnovamento. Devono essere altri i motivi che ci fanno agire, i motivi del nostro dinamismo spirituale devono essere motivi di fede e di carità.

​ Motivi di fede, perché dobbiamo apprezzare le cose come ci ha insegnato ad apprezzarle Gesù; motivi di carità perché siamo troppe volte molto chiusi nell’egoismo e non apriamo veramente il nostro cuore a coloro, cui dovremmo aprirlo, ai nostri fratelli in Cristo. Troppo spesso, ecco, cerchiamo delle soddisfazioni che non sono quelle e non sono nel modo voluto da Dio, sono cose che dovremmo assolutamente rifiutare, ma che nella nostra debolezza, invece, accettiamo in tutto o in parte.

​ E ancora, la seconda componente della gioia sta proprio nel vivere di Cristo, nel vivere con Cristo. Il Signore ha avuto le sue gioie, il Signore dopo la sua resurrezione è tutto gioia, ma i motivi delle sue gioie, ma i motivi del suo agire erano sempre in quel senso: la volontà del Padre. E noi non solo dobbiamo ripetere le sue parole: “Sia fatta la tua volontà” (Mt 6, 10), dobbiamo non essere dei rassegnati , la rassegnazione contiene sempre una forza di resistenza, dobbiamo fare la volontà di Dio gioiosamente. Ce l’ha insegnata il Signore: “Sia fatta la tua volontà come in cielo” (ib.), ma in cielo si fa la volontà di Dio in un gaudio infinito. Non fanno la volontà di Dio pazientemente rassegnati, gli angeli fanno la volontà di Dio ed è in questo il motivo totale della loro gioia.

​ Noi dobbiamo accogliere i valori di Cristo con entusiasmo, in un movimento di amore che diventa sempre più grande. Noi dobbiamo accogliere la Parola di Dio così, come si presenta a noi tutti i giorni, una Parola di Dio che contiene sempre un segreto mirabile di gioia, perché il nostro Padre celeste pone sempre un mistero di amore in ogni cosa e, seguendo lui, siamo ben sicuri.

Ecco la gioia cristiana, la sicurezza di lui, la sicurezza di essere con Cristo nella sua volontà. Ecco la gioia cristiana: fare le cose che ci sono chieste ogni giorno con fede, con serenità, con l’animo sgombro da tutti i timori, perché noi siamo nelle sue mani. E le sue mani sono le mani del Padre e lui ci conduce con delle altre mani, le mani di Cristo che, risorte, conservano il segno della passione terribile, perché noi ci ricordiamo che quelle mani sono le mani del nostro Redentore e ci conducono bene, qualunque sia l’apparenza, qualunque sia la prova a cui ci sottomette.

Ecco, restiamo così, ripetendo sempre ogni giorno le parole, che ci sono indicate e ci sono indicate con continuità ogni giorno: “E' questo il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo” (Sal 117, 24).

CODICE 77DAO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 11/04/1977
OCCASIONE Omelia, Lunedì dell’Angelo fra l’Ottava di Pasqua
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Gioia
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