At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15
… entrare nella grazia della risurrezione, entrare in questa grazia è il motivo di tutta la Liturgia, il motivo che noi dobbiamo profondamente meditare. “Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo”. Noi vogliamo non guardare la risurrezione come spettatori, noi vogliamo vivere la risurrezione di Cristo.
Che cosa vuol dire entrare nella grazia? Perchè noi siamo risorti con Cristo, perchè veramente si è verificata in noi una grazia misteriosa, che è venuta da Gesù, misteriosa. Noi abbiamo il potere di vivere una vita da risorti, un dinamismo proprio di una così grande vita.
È facile trovare la monotonia nella vita spirituale, troppi restano sempre uguali, un po’ più, un po’ meno, ma la situazione è sempre sostanzialmente la stessa: non si va avanti, non si progredisce nella preghiera, non si cresce nella partecipazione della Liturgia. I difetti restano pressappoco gli stessi, non solo, ma i veri difetti non vengono nemmeno visti o, se vengono visti, non si vedono i rimedi e si resta così, per un anno, per due anni. Purtroppo si rischia di restare così tutta la vita. E allora è la desolazione delle cose che, invece di consolidarsi e di crescere, vanno in rovina.
Noi dobbiamo veramente meditare se in noi la vita del Cristo è veramente dinamica, come deve essere, come vuole essere, come ha la potenza di essere, se incontra la nostra vera collaborazione. Collaborare per essere cristiani ogni giorno un po’ di più, collaborare con la grazia dello Spirito Santo per buttar via, come dice l’Apostolo, il vecchio lievito ed essere una pasta nuova, ed essere qualche cosa di gradito al Signore, di operante nella sua Chiesa.
Ah, noi lo sappiamo quali sono gli ostacoli e l’ostacolo più grave sta proprio nel nostro orgoglio, che non vuole adattarsi alla Parola del Signore, in questa forma di egoismo, per cui ci ripieghiamo in noi e diciamo che, insomma, facciamo anche abbastanza , che se fossero tutti così il mondo andrebbe meglio , dove evidentemente noi ci mettiamo al di sopra degli altri e ci diamo il voto di promozione.
Dobbiamo chiedere al Signore la grazia di seguire sempre di più questa urgenza della crescita, questa precisa spinta ad andare avanti, perché, lo abbiamo visto nella Quaresima: abbiamo fatto i nostri propositi, poi, nella luce della risurrezione, sentiamo che c’è qualche cosa che non ci permette di dormire, di riposare del riposo falso che ci suggerisce il nostro comodo.
Dobbiamo andare avanti, fare delle opere di bene, di carità, sempre maggiori; dobbiamo essere la vera creatura nuova che dà lode a Dio, che vive in comunione di bene nella Chiesa.
Quindi impegniamoci! Le donne corsero, i discepoli corrono e incontrano Gesù; incontrano Gesù, perché Gesù vede la loro disponibilità: “Ed ecco Gesù venne loro incontro”. Oh, incontrare il Signore! Siamo così quando ci mettiamo a correre, quando ci impegniamo per trovarlo, quando nella nostra vita gli diamo veramente gloria.
CODICE | 78CSO01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/03/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì fra l’ottava di Pasqua (lunedì dell’Angelo) |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione (audio poco chiaro) |
ARGOMENTI | Resurrezione |
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