20/04/1981 - Omelia Lunedi Angelo

Sant'Ilario d'Enza, 20/04/1981
Omelia, Lunedì fra l’Ottava di Pasqua

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At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15

“Con timore e gioia grandi” (Mt 28, 8).

Questo sentimento, che avevano le donne testimoni della Resurrezione e che è proprio della prima Chiesa, deve essere anche nostro, per cui ripetiamo che siamo dei risorti e che ogni giorno è un giorno fatto dal Signore e dobbiamo rallegrarci ed esultare. È proprio del cristiano avere la gioia, avere la pace interiore, è proprio, è caratteristico. Chi non ha questa gioia e questa pace, deve interrogarsi seriamente sul suo cristianesimo, perché facilmente è difettoso. Un cristiano è nella gioia, una gioia sconosciuta a chi non possiede Gesù risorto. Avete sentito, i nemici di Gesù cercano una pace effimera, coi soldi: hanno pagato Giuda, adesso pagano i soldati e dicono: “Prendete, vi libereremo da ogni noia” (Mt 28, 13-14). Quando uno non accetta dalla mano di Dio, quando uno va contro i piani di Dio, non è possibile la pace, assolutamente. Quindi il proposito che dobbiamo fare, come logica conseguenza della festa della Pasqua, deve essere proprio questo: rimanere nella gioia, perché rimanere nella gioia è segno che si lotta, è segno che ci si sforza, è segno che si superano le facili tentazioni di stanchezza e di avvilimento. Abbiamo fatto la Quaresima e abbiamo maturato dei propositi, si tratta allora di mantenerli in questo Tempo pasquale e la Liturgia insiste perché li manteniamo, restando nella gioia. “L’anima mia esulta nel Signore” (Lc 1, 47) – dice il Salmo responsoriale – “Esulta”, poi continua il Salmo 15 (v. 9): “Gioisce il mio cuore, esulta la mia anima, anche il mio corpo riposa al sicuro”. La gioia cristiana ha un fondamento teologico ben chiaro. Il fondamento è questo: Dio è Padre e non permette che noi siamo tribolati inutilmente e che noi siamo superati dalle tentazioni. Dio è Padre e ci ha predestinati, ci ha visti in Cristo e Cristo ha vinto la morte e il peccato e Cristo ha definitivamente rotto ogni vuoto della vita. Non c’è una vita nuova, non c’è una vita nuova senza Cristo e la vita nuova in Cristo è fatta di amore. Dirà l’apostolo San Paolo “Quando uno possiede l’amore di Dio, tutto serve e niente può essere contrario”. Tutto serve a chi ama Dio: è questa certezza che tutte le cose nostre valgono, valgono per noi, valgono per gli altri, valgono per la Chiesa, valgono per il mondo; è questa sicurezza basilare, sulla quale si fonda la nostra grande esultanza di ogni giornata. Non chiediamo privilegi a Dio. Anche noi siamo soggetti come gli altri a tutte le miserie della vita, ma ogni miseria è un merito, se accettata e offerta, ma ogni nostra sofferenza è fatta sua da Cristo, in ogni nostra lotta c’è Lui. Ecco l’abbandono, ecco la serenità, ecco la forza che noi vorremo coltivare e, particolarmente in questo Tempo pasquale, vogliamo sottolineare.

CODICE 81DLO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 20/04/1981
OCCASIONE Omelia, Lunedì fra l’Ottava di Pasqua
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La gioia del cristiano fondata sulla Resurrezione – La vita nuova in Cristo
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