At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15
Sentiamo viva e attuale questa pagina del Vangelo. Anche a noi Gesù viene incontro e dice: “Salute a voi” e continua: “Non temete: andate a portare l’annuncio ai fratelli” (Mt 28, 9-10).
La presenza di Cristo nella Chiesa è una certezza, è il fatto grandioso, magnifico: Cristo è vivo e operante in mezzo a noi, operante nella sua potenza e nella sua bontà, nella sua misericordia e nella sua provvidenza. Il Signore è presente e possiamo stringere con Lui un rapporto forte e continuato e il rapporto si chiama fede. La fede è la grande grazia di Dio, la fede è il dono di Dio, per cui accogliamo la sua Parola e gioiamo della sua Verità.
Noi conosciamo Dio in modo simile a quello con cui Dio conosce se stesso; è la fede che ci stabilisce nella gloria del Signore, cioè, fa sì che noi possiamo far tutto a gloria di Dio. “
Bella, immortale, benefica fede!” (A. Manzoni - 5 Maggio, 96-97)
Bella, perché ci dà lo splendore delle verità.
Immortale, perché non viene meno, perché la fede è per tutti quelli che la desiderano, che la vogliono, perché non tramonta mai.
Benefica, perché ci dà modo di potere donare anche ai fratelli.
La gloria di Dio è allora proprio qui: noi diamo gloria a Dio, quando siamo uniti insieme, quando Lo benediciamo insieme, quando camminiamo alla luce della sua verità. Essere insieme si chiama “far Chiesa”; essere insieme vuol dire operare nella grazia dello Spirito, perché a tutti i credenti è dato lo Spirito, a tutti coloro che lodano il Signore, Lo lodano nel suo nome, nel suo amore, nella sua grazia.
Le nostre labbra non possono muoversi alla lode se non guidate dallo Spirito; guidate dallo Spirito possono cantare l’inno che piace al Signore, perché lo Spirito è Colui che ci aiuta a pregare, Quello che ci suggerisce le parole, Quello che ci dà la gioia di essere insieme.
“Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo” (Sal 117, 24). Ed è in queste parole della Liturgia il nostro vero compiacimento e la nostra vera situazione, quella situazione che dà veramente il senso della pace e della gioia, quella pace e quella gioia che ci ha dato il Risorto: “Non temete” (ib).
Noi non possiamo temere, perché abbiamo Lui, noi non possiamo temere perché Lui ci sostiene, noi non possiamo temere perché Lui, mandandoci lo Spirito, ci dà giorno per giorno la forza e l’intelligenza nella fede. Nella professione di fede ci dà la gioia vera della fraternità.
Lodiamo allora Dio. Oggi è un giorno di lode, è un giorno di crescita nella fede, è centrale: Cristo è risorto. Tutta la fede è in quest’annuncio: Cristo è risorto. Cristo è risorto e tutti cristiani devono essere dei risorti, tutti i cristiani devono così passo per passo sentire che non veniamo mai a meno, perché tutti insieme formiamo il popolo di Dio, guidato e sostenuto dalla grazia.
Dobbiamo essere dei risorti, avendo i gusti di Cristo risorto, avendo le scelte, avendo i sentimenti, avendo l’azione.
Dobbiamo essere dei risorti e nella sua risurrezione porre con pienezza, con umiltà tutta la nostra fiducia, in Cristo risorto. “Andate e annunziate ai fratelli” (Mt 28, 10).
La gioia del ringraziamento a Dio, la gioia che non viene mai meno, la gioia che risiede nell’intimo del nostro cuore e ci sprona a operare il bene, perché noi siamo chiamati nella fede ad operare il bene. “La fede senza le opere è una cosa morta”, dice la Scrittura (Gc 2, 26), è un cosa morta, ma noi siamo risorti e, nella fede, vogliamo attuare la nostra condizione di risorti, le nostre opere di risorti.
CODICE | 82DBO01360B |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 12/04/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì dell’Angelo fra l’Ottava – Prima Comunione e ammissione di un adulto al Cattolicesimo |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fede: rapporto con Cristo vivo e operante nella Chiesa – Il cristiano: un risorto – Fare Chiesa: essere insieme nello Spirito |
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