At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15.
“Andate ad annunziare ai miei fratelli”. È ciò che deve fare ogni cristiano: deve annunciare a tutti che Gesù è risorto, che questo è un fatto che ha cambiato le sorti, le condizioni del mondo.
Essere sicuri che Lui è risorto e testimoniarlo. Come ogni cristiano deve testimoniare se non proprio attraverso una vivacità e una completezza di fede, se non attraverso una vita improntata alla fede? Un cristiano non può vivere come gli altri. Un cristiano ha una sicurezza, uno splendore di sicurezza che lo conduce sempre nel suo lavoro, nelle sue relazioni, nei suoi dolori e nelle sue gioie. Un cristiano è trasparente se realizza la parola del Signore perché non ha più un criterio di valutazione come gli altri. Alcune cose, tante cose che gli altri stimano, lui non le stima, le mette in fondo e altre cose che gli altri disprezzano lui le mette al più alto grado. È proprio la meditazione costante sulla sua Parola che rende la vita evangelica.
“Andate ed annunziate” è una missione non solo possibile ma doverosa. Doveroso è tradurre in un particolare movimento di vita tutte le aspirazioni, i desideri, le ambizioni che quindi non sono più umane ma sono di fede perché secondo la fede noi dobbiamo desiderare e volere delle cose grandi.
Vi è una virtù che dobbiamo sempre tenere davanti, quella che chiamano la «magnanimità». Dalla parola latina vuol dire tendere a delle cose grandi, a delle realizzazioni magnifiche. Infatti ogni cristiano deve diventare un santo, un’anima che non si accontenta delle piccole banalità ma spazia in alto, molto in alto. Non si accontenta allora di essere in una mediocrità di fede ma vuole una pienezza, vuole un colmo. Dobbiamo diventare santi: questa è la situazione per tutti, questo è l’obbligo per tutti, in questo sta l’evidenza dell’annunzio.
“Le donne con timore e gioia grande corsero a dare l’annuncio”. «Con timore» cioè lo stupore delle opere di Dio che intimidiscono; e «con gioia grande» perché un cristiano non è mai triste, non è mai sgomento, non è mai perduto, ha dei motivi meravigliosi su cui basare il proprio annuncio. Ecco perché la gioia è grande.
Poniamoci anche noi in questo desiderio di cose grandi. La risurrezione di Gesù ci assicura il suo aiuto potentissimo, ci assicura che è possibile, ci assicura che Lui lo vuole perché solo così possiamo dare l’annuncio.
CODICE | 86CZO01360N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 31/03/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì dell’Angelo, Ottava Pasqua |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | |
ARGOMENTI | portare l’annuncio |
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