01/12/1975 - Omelia Lunedi I Avv Nov Imm 3

Sant' Ilario d'Enza, 01/12/1975
Omelia, Lunedì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata - III giorno

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Is 2, 1-5; Mt 8, 5-11

“Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo” (Mc 16, 16). Queste parole di Gesù sono una grande sicurezza per ognuno di noi perché, battezzati, noi crediamo. Sono dunque un profondo motivo di gioia.

Ricevendo il Battesimo, noi siamo entrati nella famiglia di Dio, siamo veramente figli di Dio, siamo veramente nel corpo mistico, siamo amici di Gesù, siamo nella Chiesa. Il Battesimo nostro, dunque, è il dono incalcolabile che Dio ci ha fatto, è un dono che è costato a Gesù la sua sofferenza e la sua morte. Sembrerebbe così facile e invece, sotto la semplicità del rito, c’è un dono, che è addirittura inesprimibile. Siamo stati battezzati, abbiamo la fede, l’abbiamo nella Chiesa e nella Chiesa troviamo il sostegno alla nostra fede, il sostegno alle nostre opere. La Chiesa come una madre ci ha generato, la Chiesa ci cresce, ci educa, ci porta a realizzare noi stessi.

Ecco, la meditazione sul nostro Battesimo diventa allora una meditazione di autentica gioia, la gioia di essere di Dio, la gioia di essere della Chiesa, la gioia di alzare gli occhi al cielo e riconoscervi un Padre, riconoscervi un amore che non ci lascia mai, che ci segue anche quando siamo peccatori, che ci segue tanto più siamo peccatori. Viene lui a ricercarci. Una gioia grande, perché siamo nella Chiesa e nella Chiesa, sacramento di salvezza, riceviamo in sovrabbondanza secondo le parole di Gesù: “Vi verrà dato: una misura non solo sufficiente, ma che passerà ogni limite, sovrabbondante” (cfr. Lc 6, 38).

Ed è così che la nostra gioia si riafferma quando, entrati nella Chiesa, vivendo nella Chiesa, sentiamo come l’anima della Chiesa è lo Spirito Santo, come nella Chiesa siamo guidati da lui, come lui ci insegna a pregare, come lui è la nostra fortezza. Ecco, questa nostra gioia non è turbata nemmeno dalla considerazione della nostra fragilità, della nostra pochezza, del nostro pauroso ritorno ai peccati.

Sappiamo di avere nella Madre della Chiesa il “rifugio dei peccatori”. È Maria che ci sostiene, è Maria che ci dona lo Spirito Santo, è Maria che nella sua mediazione è presente per ognuno di noi. Sicché la nostra riflessione è proprio nel senso del Vangelo, che ci è proposto alla meditazione: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto”, diceva il centurione (Mt 8, 5-11). La nostra indegnità riconosciuta, la nostra indegnità pianta, ci porta così ad aprire tutta la nostra casa al Signore, questa meravigliosa casa che lui stesso ha costruito, la casa della nostra anima, la casa ancora più grande, che è la Chiesa. Aprirci nella Chiesa, perché la Chiesa è di Gesù. Aprirci alla Chiesa, perché nella Chiesa abbiamo una madre, aprirci con la Chiesa a tutte le opere di bene, sempre. Maria Santissima è l’esempio vivo, un esempio continuo, è una forza operante. Quanto noi dobbiamo guardare a Maria come all’esempio fulgido di tutto quello che noi dobbiamo fare! Dobbiamo pregare? Lei insegna a pregare a tutti i figli di Dio, perché li ha ricevuti tutti, tutti quanti, li ha ricevuti dal suo Gesù. Dobbiamo esercitare determinate virtù e costruirci? Ecco, lei è vicino a noi con la sua umiltà, con la sua purezza, con la sua fede. Dobbiamo arrivare agli altri? Ecco Maria che è la grande missionaria di Gesù. Stasera allora vogliamo riaffermare la gioia del nostro Battesimo, vogliamo riaffermare dunque la gioia di essere nella Chiesa, la gioia di avere con tutta la Chiesa, in Maria, un modello e una Madre.

CODICE 75N0N01310N
LUOGO E DATA Sant' Ilario d'Enza, 01/12/1975
OCCASIONE Omelia, Lunedì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata - III giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI I Sacramenti, il Battesimo
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