25/02/1980 - Omelia Lunedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 25/02/1980
Omelia, Lunedì I settimana Tempo di Quaresima

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Lv 19,1-2. 11-18; Mt 25,31-46

La messa di oggi comincia con una parola, una parola che si ripete: “Convertici, o Signore!” E poi i testi di lettura parlano di carità, di amore fraterno. Comprendiamo, allora, di che conversione si parla: si parla della conversione al vero amore del prossimo, perché noi siamo chiamati alla carità. Riflettiamo bene: non a un generico amore agli altri, ma alla carità. Tra un generico amore e la carità vi è un abisso, perché l’amore agli altri, fatto in nome di Cristo, è esercizio di una virtù teologale e onora Gesù, perché Gesù si è identificato con tutti i nostri fratelli, ma soprattutto con quelli che sono più bisognosi e più sofferenti: “Avevo fame,… avevo sete,… ero ammalato…”

La vera carità è allora un amare gli altri, perché si vede in essi Cristo. Questa è una verità che Gesù ci ha svelato e che così tanto ci ha raccomandato. Un cristiano che ama solo umanamente, si preferisce oggi dire “laicamente”, è un cristiano che come tale è fallito, è mancato. Noi dobbiamo amare gli altri non perché siamo dello stesso genere umano, di questo amore potrebbero arricchirsi tanti altri senza il Vangelo, non si può dire amatevi perché siete uomini, come si amerebbero i polli di uno stesso allevamento. Noi diciamo: il cristiano ama gli altri perché possiede la carità di Dio e vede negli altri Cristo. Infatti Gesù ci ha dato un comando: “Amatevi come io vi ho amato” e questo non è possibile all’uomo, non è possibile, perché è un gesto soprannaturale è un esercizio mirabile che parte da una sorgente infusa in noi nel Battesimo. Noi dobbiamo tutto allo Spirito Santo, è per questo che lo invochiamo: “Vieni, Santo Spirito”, vieni, vieni perché ci impariamo ad amare davvero, perché impariamo ad amare gli altri con il tuo cuore. “Vieni, o Spirito Santo”, perché noi possiamo avere questa sapienza, questa vera sapienza, questa saggezza che è tuo dono. L’amore di un cristiano, se è autentico, viene dallo Spirito Santo e perciò non tramonta mai, non tramonta neppure se il prossimo fa i più gravi torti, se il prossimo si trasforma in nemico. “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano” è il precetto del Signore. Voi sapete che tutto questo opera nell’anima l’azione dello Spirito Santo particolarmente attraverso il dono della sapienza, il dono della sapienza che è il più grande di tutti i doni, che perfeziona la carità e la rende pronta, completa e generosa, per cui un’anima nello Spirito Santo ama il Padre e nello Spirito Santo ama i fratelli. Domandiamola, allora, questa vera sapienza, al cui confronto tutto l’amore e tutta la sapienza di questo mondo vale meno che niente. Chiediamola, restiamo a disposizione. Cristo è stato detto l’inventore dell’amore, della carità. Ecco, noi che siamo suoi dobbiamo sapere amare gli altri di questo Spirito pieno, magnifico; di questo Spirito per cui in tutti sappiamo vedere la presenza, l’immagine di nostro Signore e in tutti i casi sappiamo passare oltre a quelli che sono i limiti umani, le difficoltà umane.

CODICE 80BQQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 25/02/1980
OCCASIONE Omelia, Lunedì I settimana Tempo di Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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