Ct 8, 6-7; Mt 25, 1-13
Le vergini. Noi siamo in festa attorno a una vergine, che così ha amato il Signore da donargli tutto, da donargli anche la vita, da offrirgli il suo terribile martirio. Vorrei che pensassimo molto, che pensassimo con vivacità a quest’immolazione di una giovane ragazza, che offre serenamente e con una fortezza meravigliosa tutto quello che ha, tutto. Avrebbe potuto avere una vita umanamente felice, avrebbe potuto avere i beni della terra, avrebbe potuto avere l’amore, avrebbe potuto avere, insomma, tutto quello che la vita può presentare di dilettevole. Lei ha saputo rinunciare a tutto subito, senza rimpianti, senza esitazioni. È questa vergine, Eulalia, che noi veneriamo come nostra patrona. Non sappiamo per quali circostanze la nostra Parrocchia ha avuto tale patrona: una ragazza spagnola vissuta tanti secoli fa. Che cosa possiamo imparare da lei? Noi possiamo e noi dobbiamo imparare da lei come si serve il Signore, con quale animo, con quale fede, con quale generosità. Dio ha permesso che abbiamo questa patrona, perché anche noi impariamo questa legge del servire Dio, dell’amare Dio al di sopra di ogni cosa, al di sopra di ogni amore, al di sopra di ogni bene. La tentazione più facile è proprio la tentazione della divisione, la tentazione cioè di dividere il proprio cuore tra le cose e Dio, tra i beni della terra e i beni celesti. Sant’Eulalia, che ha immolato la sua fiorente giovinezza, ci parla dei grandi valori che devono restare alla base della nostra vita di cristiani e ancora della nostra vita di creature di Dio: la bontà, l’amore, la castità, la generosità pratica, il non sacrificare l’essere all’avere, il capire come la vita del cristiano deve essere una vita decisa, una vita che, afferrata dalla fede, procede sempre in avanti. Sant’Eulalia c’insegna. Sant’Eulalia ancora intercede per noi, perché queste virtù diventino forti e dominanti e sappiano essere testimonianza piena al mondo, al mondo che impazzisce per avere e uccide, al mondo che impazzisce per godere e opprime. Un piacere proprio è posto come un valore cui si sacrifica, senza esitare, il bene degli altri, la vita degli altri, la felicità degli altri. Noi dobbiamo con energia presentare nella nostra vita questa vera linea, che il Signore ci ha così autorevolmente comandato: le nostre lampade devono essere accese, perché la strada di questo mondo è molto buia e molto difficile. Chiediamo alla nostra santa che la sua intercessione sia insistente, perché la comunità parrocchiale dia un chiaro, continuo esempio di queste virtù. Sia qui il grande apostolato d’evangelizzazione che noi compiamo: essere autentici nei nostri propositi, essere sereni e forti di fronte a questo corrompersi di virtù così fondamentali. Essere generosi e pronti e non fare mai nessun compromesso.
CODICE | 79N9O01311N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 10/12/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì II settimana Tempo Avvento, Festa della Patrona S. Eulalia |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Dio al primo posto |
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