06/12/1982 - Omelia Lunedi II Avv Nov Imm 8

Sant'Ilario d'Enza, 06/12/1982
Omelia, Lunedì II settimana Tempo di Avvento, Novena dell’Immacolata - VIII giorno

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Is 35, 1-10; Lc 5, 17-26

“Lo calarono … davanti a Gesù” (Lc 5, 19). Per ottenere un miracolo ci vuole della fede, per ottenere un grande miracolo ci vuole una grande fede. Noi possiamo quello che esprimiamo con la fede. La nostra professione di fede nella Comunione non è esatta. Colui che comunica dice: “Corpo di Cristo”; colui che riceve nella Comunione fa una professione di fede e dice: “Amen”. Ma la Liturgia non è fatta di silenzio, così come viene fatto da troppi, che o non dicono: “Amen” o lo dicono con voce troppo sommessa. È necessario capire che l’ “Amen” è una professione di fede e va detta forte, perché è testimonianza di fronte a tutti. Quindi, come colui che dà la Comunione dice: “Il Corpo di Cristo” con voce che si sente, così colui che riceve la Comunione deve dire: “Amen”, in modo che si senta.

Anche noi siamo spiritualmente paralitici e paralitici che non si possono in alcun modo lusingare.

Il paralitico ha avuto fede, gli uomini che lo portavano hanno avuto fede, ecco il commento di quelli che hanno visto il miracolo: “Abbiamo visto cose meravigliose”. Sempre nell’anima avviene il prodigio, la meraviglia, perché Dio è meraviglioso in sé e meraviglioso nei suoi doni, perché Dio dona con una ricchezza incredibile. Ed ecco la ragione per la quale siamo inescusabili: abbiamo in mezzo a noi il Signore e sempre possiamo trovarlo e sempre possiamo toccarlo e restiamo nella nostra paralisi, nella nostra inazione, nella nostra paurosa mediocrità.

Dobbiamo pensare, e pensare ogni giorno, che il Signore non ha diminuito la sua potenza né la sua bontà, il Signore è nell’Eucaristia con tutta la sua potenza, con tutta la sua bontà; tutto dipende da come noi ci avviciniamo all’Eucaristia, che conto facciamo dell’Eucaristia. Quanti, quanti peccatori c’erano anche allora! Quanti miserabili! Solo alcuni hanno trovato la salvezza.

Guardiamo a quale schiera vogliamo appartenere, la nostra relazione, la nostra vivacità di relazione con l’Eucaristia, il sentire come Gesù è lì, per noi, e mette a disposizione nostra la sua potenza e la sua bontà. Perché la Madonna è cresciuta così prodigiosamente in grazia? Come approfittava della presenza di Gesù! Quale lingua umana o angelica potrà dire quanto è cresciuta la Madonna nei trent’anni di Nazaret? Perché aveva Gesù e perché sapeva prendere da Gesù.

Da Lei dobbiamo insistentemente chiedere la grazia di usare bene dell’Eucaristia, di usare di tanto dono, perché è il dono più grande, è la misericordia di Dio più vasta, è il prodigio dei prodigi.

Vogliamo allora chiedere alla Madonna di saper partecipare alla Messa, di saper intrattenerci con Gesù nella Comunione. Ed è nella Comunione dove noi dobbiamo, davanti a tutti, professare generosamente la nostra fede.

CODICE 82N5N01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 06/12/1982
OCCASIONE Omelia, Lunedì II settimana Tempo di Avvento, Novena dell’Immacolata - VIII giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Professione di fede nell’Eucarestia – Usare bene il dono dell’Eucarestia
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