08/03/1982 - Omelia Lunedi II Quar

Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1982
Omelia, Lunedì II settimana Tempo Quaresima

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Dn 9,4-10; Lc 6,36-38

Raccogliamo con grande fede il precetto del Signore: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”. Dio è sempre misericordioso, in ogni momento, in tutte le circostanze. Dio è misericordioso, perché essenzialmente è Amore e l’amore sa comprendere e sa perdonare.

Il precetto resta anche per noi un atteggiamento abituale, non un gesto che in certi momenti di generosità, possiamo fare. Noi ci dobbiamo costruire la mentalità della misericordia, perché è così che indicheremo come in noi regna piena la carità di Cristo, come in noi c’è piena docilità all’azione dello Spirito Santo. Una misericordia di sempre, perché dobbiamo sapere vedere in Dio le cose e adottare il giudizio di Dio, adottare l’atteggiamento di Dio, tanto più che noi siamo esperti di misericordia, perché tutta la nostra vita è misericordia e sappiamo che avremo ancora bisogno di tanta misericordia.

“Non giudicate e non sarete giudicarti. Non condannate e non sarete condannati”. È proprio la misura per nostro vantaggio, perché il Signore vuole a tutti i costi, che noi siamo misericordiosi e adotta lo stesso nostro criterio quando tradendo la sua attesa, diventiamo duri e diventiamo nella posizione del giudice, del giudice severo che non conosce la misericordia.

“Perdonaci, Signore, nella tua misericordia”. È la nostra preghiera di ogni giorno. Noi non ci possiamo basare sulle nostre pretese, sulle nostre riuscite, noi non possiamo basarci sulle nostre forze. Noi abbiamo bisogno di essere aiutati da Dio che è nostra salvezza, che Dio non guardi alle nostre giustificazioni, ma guardi semplicemente alla gloria del Suo nome, per amore del Suo nome.

Ecco allora che comprendiamo come la grande promessa, fatta dal cuore di Gesù a Paray Le Monial dei primi venerdì del mese, rientra in questa straordinaria misericordia di Dio per noi e di noi per gli altri. Di Dio per noi, in fondo non è che l’esplicitazione della parola del Vangelo: “Se non mangerete la mia carne, non avrete la mia vita in voi. Chi mangia la mia carne, avrà la vita eterna”. Nove primi venerdì, per indicarci, ancora una volta, la perseveranza: il mangiare con perseveranza. Misericordia verso gli altri, perché la comunione deve essere riparatrice, cioè noi ci uniamo a Gesù, ma non pensiamo esclusivamente a noi, pensiamo agli altri, ci dedichiamo agli altri. Per nove mesi pensiamo a pregare per gli altri.

Dobbiamo capirla bene la promessa, in una misericordia grande di Dio che sollecita la nostra partecipazione alla Sua salvezza, la nostra partecipazione alla Sua misericordia.

Vogliamo allora capire il significato profondo. Vogliamo trarne i benefici per noi e i benefici per gli altri. Vogliamo usare bene di questa possibilità di amore di Gesù, che ci assicura che non moriremo in Sua disgrazia se saremo misericordiosi, se persevereremo nella misericordia.

CODICE 82C7Q01341N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1982
OCCASIONE Omelia, Lunedì II settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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