15/12/1975 - Omelia Lunedi III Avv Novena Natale 1

Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1975
Omelia, Lunedì III settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno

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Nm 24, 2-7. 15-17; Mt 21, 23-27

È nella meditazione del salmo 84 che vogliamo svolgere le nostre riflessioni in preparazione al Natale. Abbiamo ripetuto il versetto del salmo 84: “Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza” (Sal 84, 8). È proprio in questa richiesta forte, vigorosa, profondamente convinta, una grande visione di fede, che noi sentiamo avvicinarci il Natale. Il Natale viene a noi, viene per comunicarci la grazia di saper possedere Gesù, di sapere possedere la sua salvezza, di ottenere misericordia dal Signore per i nostri peccati, per i peccati del mondo. Noi ci vogliamo lasciare condurre così dalla Beata Vergine, che ha dato al mondo la salvezza.

Stasera in modo speciale domandiamo la misericordia di Dio per i nostri peccati, considerando i peccati nella loro vera odiosità, che è disobbedienza, che è rifiuto di collaborazione. Il peccato della prima umanità, il peccato originale, è stato un peccato d’orgoglio, di superbia ed è sempre così: la radice ultima di tutti i peccati è l’orgoglio, è rifiutarsi alla legge di Dio, è il tentativo di dire di no, perché vogliamo sapere più di lui, perché non accettiamo totalmente la sua obbedienza.

Nella prima Lettura questa sera abbiamo ascoltato una profezia, la profezia di un pagano, Balaam, che però illuminato da Dio benedice il popolo di Israele. Era stato chiamato in qualità di un indovino che maledice. Lui no, non può: Israele è il popolo di Dio. È in una visione superiore che il profeta vede nella pianura le tende del popolo di Israele: “E’ per una stella”, dice, che deve spuntare da questo popolo, è per una autorità che deve sorgere da Israele” (Nm 24, 17). Era la visione di Gesù e della Chiesa come prolungamento del popolo di Dio, come ricchezza di salvezza che viene nell'unione con Gesù.

Ecco, noi apparteniamo alla Chiesa ed è la Chiesa che si realizza nell’ubbidienza a Gesù, nella docilità a Gesù. Essere nella Chiesa e disobbedire a Dio è un non senso. Appartenendo alla Chiesa, dobbiamo sempre di più esprimere quanto è in profondità lo Spirito che guida la Chiesa. Noi dobbiamo ricordare, come l’anima della Chiesa è lo Spirito Santo ed è lo Spirito Santo che guida e lo Spirito, che è Spirito d’amore, c'insegna come Dio va amato e ubbidito. Ubbidire, ognuno di noi, fino in fondo a quanto ci chiede il Signore. Ubbidire insieme agli altri nella Chiesa, per realizzare un popolo di Dio che veramente compia fino in fondo la sua missione. “Il battesimo di Giovanni da dove veniva?” chiede Gesù ai farisei (cfr. Mt 21, 23-27). I Farisei si rifiutano di rispondere, ma Gesù sottolineava come la missione di Giovanni era piena proprio perché era guidata dallo Spirito, era dal cielo. Così è dunque per noi. Vivremo profondamente la nostra vita cristiana, ci realizzeremo come Chiesa se impariamo la docilità allo Spirito Santo. Non vediamo il peccato sotto un aspetto esteriore, come la rottura di una legge esteriore che ci viene data, vediamo piuttosto il peccato come una contraddizione profonda, la contraddizione con lo Spirito di Dio che agita la nostra anima, che agita la sua Chiesa. Agita, dico, perché ci muove, c'impedisce di restare nel torpore del nostro egoismo. Ci agita, perché ci spinge ad operare, ci spinge a vivere profondamente la nostra vita. Il peccato è disobbedienza, perché è pigrizia, perché è egoismo, perché è ritorno pesante su cose che non fanno che rovinarci. Il peccato è rovina. Ecco perché diciamo: “Signore, liberaci dal peccato”, perché ci libera dalla rovina, perché ci dà l’amore, perché ci dà il vero senso del nostro operare. Ed è qui allora che sarà la nostra vera riflessione: chiediamo se abbiamo scoperto veramente il peccato nella sua fisionomia di disobbedienza all’amore di Dio, se abbiamo capito che il peccato, qualsiasi peccato che succede nella nostra vita, è una diminuzione, è una schiavitù; se abbiamo capito che liberarci dal peccato è realizzare noi stessi e realizzarci nella nostra vera personalità e nella nostra vera gioia. Sia così questa nostra invocazione per noi e per tutti.

CODICE 75NEN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1975
OCCASIONE Omelia, Lunedì III settimana Tempo Avvento, Novena Natale - I giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Liberazione dal peccato
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