15/12/1980 - Omelia Lunedi III Avv Novena Natale 1

Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1980
Omelia, Lunedì III settimana Tempo di Avvento - Novena di Natale – I giorno

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Nm 24, 2-7. 15-17; Mt 21, 23-27

Alla domanda di Gesù dissero vigliaccamente: “Non lo sappiamo” (Mt 21, 27). La viltà inganna gli uomini, impedisce di dire di sì al Signore, di andare incontro al Redentore, di salvarsi. L’atteggiamento degli scribi e dei sommi sacerdoti si ripete anche per noi: abbiamo paura di acconsentire alla Parola di Dio e cerchiamo dei pretesti, delle scusanti. Ci prepariamo al Natale, a donarci perché Lui si è donato, ad offrirci perché Lui è il grande dono del Padre, offerto. Perché non passi questa grazia e per noi non resti qualcosa di vuoto e di esteriore, ecco la Novena. Dobbiamo iniziarla con serietà e molta sensibilità. La nostra posizione deve attuarsi sempre più nella logica, la logica della fede e la forza della speranza. Perché la nostra vigliaccheria, se non perché facciamo fatica? Se non perché raggiungere il Signore vuol dire superare le nostre strane difficoltà, le nostre inconcludenze, ciò che ci offre il mondo e ciò che è la tentazione più presente?

Abbiamo bisogno di speranza, cioè abbiamo bisogno di appoggiarci totalmente in Dio, nella sua grazia, nel suo intervento, perché Lui è “la stella che spunta da Giacobbe, è lo scettro che sorge da Israele” (Nm 24, 17) diceva Balaam; cioè Lui appare luce, Lui appare dominio, dominio d’amore. E noi dobbiamo vincere le nostre resistenze, proprio aprendo gli occhi alla luce, desiderando il suo dominio e non avendo paura, perché la nostra libertà raggiunge il suo culmine nell’amore, nel suo amore! “Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 24, 4).

Ecco, questa sera cominciamo così: nello sperare molto, nel desiderare molto, nel volere a tutti i costi che la nostra vita sia posta pienamente in Lui. E allora è chiaro. “Mostraci Signore la tua misericordia” (Sal 84, 8), cioè facci vedere, Signore, quali sono i nostri reali ostacoli e dacci il coraggio di confidare in Te, di abbandonarci a Te, di amare Te, di non aver paura dei sacrifici che dobbiamo porre per il tuo amore.

È la cosa più bella, è l’ideale più grande, è la gioia immensa. Ma perché dobbiamo avere paura degli ostacoli? Egli è con noi, Egli mostra a noi la sua luce, ci fa vedere che con Lui abbiamo lo scettro, possiamo vincere tutto.

Sia allora un proposito molto evidente. All’inizio dell’Avvento la Liturgia ci diceva: “E’ ora di sorgere dal sonno”.Sì! Sì, è proprio ora, per abbandonarci all’azione della sua meravigliosa misericordia. “Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore” ripete il Salmo (24, 7), ripetiamo anche noi, insistiamo anche noi, impegniamoci anche noi. “Ricordati di me, della tua misericordia” (ib), perché finalmente il Natale sia veramente l’avvenimento pieno e grande in ognuno dei nostri cuori.

CODICE 80NEN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/12/1980
OCCASIONE Omelia, Lunedì III settimana Tempo di Avvento - Novena di Natale – I giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Speranza, desiderio
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