Nm 24, 2-7. 15-17; Sal 24; Mt 21, 23-27.
“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.
Questo versetto del salmo responsoriale sottolinea il problema per il quale in questo giorno di Novena preghiamo per le vocazioni, perché il Signore susciti molte e sante vocazioni al sacerdozio, alla religione intesa come consacrazione. Vorrei che proprio in quest’ordine noi facessimo una profonda riflessione.
Noi lo sappiamo: il Signore ci ha creati per amore e ci ha creati perché noi lo amassimo, non perché Lui abbia bisogno del nostro amore, ma perché Lui sa che non possiamo realizzare noi stessi, realizzare la nostra felicità se non nel suo amore. Chi accoglie in sé l’amore di Dio, accoglie tutta la gioia possibile, accoglie tutta la pienezza che può albergare in un’anima. Nell’amore di Dio sta la nostra salvezza, sta la nostra santità.
Discutevano con Gesù su Giovanni Battista e Gesù sottolinea la missione di Giovanni. Giovanni aveva ricevuto una precisa indicazione. Giovanni aveva ubbidito. Giovanni era stato fedele alla sua vocazione. Ma Giovanni aveva realizzato quest’ubbidienza nell’amore, nel vero amore a Dio, nel vero amore alla verità, nel vero amore ai fratelli. Non predicava: “Fate penitenza perché il regno di Dio è vicino” semplicemente per adempiere un suo dovere. Predicava perché sapeva che solo in questa maniera i suoi fratelli avrebbero potuto ottenere quella salvezza che Lui in un discorso riportato dal vangelo sottolinea: “Chi vi ha insegnato a fuggire dall’ira che vi sovrasta?”.
Ecco, comprendiamo la nostra vocazione ponendoci a disposizione di Dio, ponendoci dunque nell’amore di Dio − è il primo comandamento! − e ponendoci nell’amore ai fratelli. Solo così noi riusciamo ad ascoltare bene la voce, solo così riusciamo ad ubbidire alla voce.
Si susciteranno molte vocazioni, se nella nostra comunità verrà suscitato molto amore a Dio, molto amore ai fratelli.
La vocazione è una chiamata di Dio ad amare in un modo particolare, in una donazione specifica. Ecco perché in questo senso possiamo ben applicare il versetto che abbiamo detto al vangelo: “Mostraci, Signore, la tua misericordia, donaci la tua salvezza” ecco, a quest’ubbidienza sostanziale. Se la nostra salvezza sta nell’amore, noi siamo sicuri: non siamo capaci di amare, se non ci viene questo dono dall’alto. Nessun uomo esprime da sé il bene; l’uomo esprime il bene quando è disponibile a riceverlo dal Signore.
Vogliamo allora, sempre di più, avere questa sete e questa fame di giustizia. Vogliamo sempre di più fare la volontà di Dio nella nostra vita con perfezione, con umiltà, con continuità.
CODICE | 74NFN01312N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 16/12/1974 |
OCCASIONE | Omelia lunedì III settimana Tempo Avvento, Novena di Natale, II giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Vocazioni – Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia… |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS