2Re 5,1-15; Lc 4,24-30
È posto in una maniera molto forte il nostro problema, che è il problema di guarire. Che cos’è convertirsi, se non guarire dai nostri mali spirituali? Se non vincere definitivamente i nostri peccati e superare i nostri difetti? Riceviamo tutti i giorni delle cose prodigiose, basta una comunione a fare un santo. Le nostre confessioni sembrano rimedi inefficaci, c’è tutta la potenza e la misericordia del Signore Gesù, che è morto per noi, perché noi avessimo questa grazia della guarigione. Assistiamo alle liturgie, dove il Signore stesso ci parla. Insomma le preghiere che sono così efficaci passano per l’anima nostra e restiamo sempre uguali. Ecco il problema che sentiamo vivacissimo in questa quaresima: perché non guariamo? Avete sentito Gesù: al tempo del profeta Elia c’erano molti lebbrosi, non furono guariti, il profeta guarì quel forestiero. “Che cosa manca?” dice Gesù. Manca la fede. Con la fede questi mezzi sono meravigliosamente efficaci, senza fede accrescono solo le nostre responsabilità: queste sorgenti della salvezza sono inutilizzate, non ci assomigliamo alla cerva che anela ai corsi d’acqua, l’anima nostra, purtroppo, è tiepida, non anela a Dio, non ha sete di Dio. Dobbiamo rivedere, allora, i nostri mezzi sotto l’aspetto della fede: non conta partecipare alla messa se non hai vivacità di fede, non conta pregare, non conta confessarsi, devi avere fede. È perché ti manca la fede, cioè perché non partecipi con tutta l’anima, perché tu mescoli alle cose sacre molte cose profane, ai pensieri di Dio aggiungi molti altri pensieri che occupano la maggior parte del tempo. Hai bisogno di rinnovarti in questa idea: i sacramenti non sono segni magici, che producono frutto semplicemente ricevendo, i sacramenti hanno un grande potere in loro stessi, ma tu li devi ricevere con cuore aperto e con l’animo disposto. Nelle sorgenti c’è tanta acqua, ma tu non ne puoi portar via se non porti un recipiente adatto. È necessario che tu riveda i tuoi modi di comunicare con Cristo, le tue disposizioni sono fondamentali, non che l’efficacia del sacramento dipenda dalle tue disposizioni, il sacramento ha un valore grandissimo in sé stesso perché è un’azione di Cristo, ma tu non ricevi la grazia del sacramento perché hai un cuore chiuso. Apri il tuo cuore! Metti maggior disposizione! Metti maggior fervore! Metti un vero entusiasmo! Partecipa alla liturgia con slancio, prega con convinzione, vedrai come ti guariscono! La tua guarigione è assicurata. Quel generale dovette bagnarsi sette volte nel Giordano, sette volte, doveva ripetere il suo gesto di fiducia, il suo gesto che diceva: “Sì, credo!”. Ha creduto nell’efficacia di quel gesto che gli ha detto il Profeta di Dio. Ecco cerchiamo proprio di avere questa profonda persuasione: Dio mi ama, Dio è vicino a me, Dio mi manda la salvezza per mezzo del suo Cristo, la devo ricevere con molta, molta disponibilità, con quella fede vivace e grande, che senza dubbio è quella che è voluta da Gesù: “La tua fede ti ha fatto salvo”, ha detto Lui; faccia salvi anche noi.
CODICE | 76CNQ01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 22/03/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì III settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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