26/03/1984 - Omelia Lunedi III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 26/03/1984
Omelia, Lunedì III Settimana Tempo Quaresima

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Quaresimale – Lunedì III Quaresima

2Re 5,1-15; Lc 4,24-30

I nazaretani erano molto indignati perché Gesù non faceva dei miracoli a Nazareth e, quando il Signore portò la spiegazione, esplosero in una indignazione violenta, avete sentito: lo volevano uccidere.

Ma dobbiamo ben riflettere, per non essere anche noi dei nazaretani, che erano degli abituati alla presenza di Gesù e non percepivano chi era Gesù e non coglievano i mirabili suoi esempi.

Troppo spesso la nostra vita cristiana è segnata da un’indifferenza pesante e continua, non sentiamo più le verità come dovremmo sentirle, non sentiamo più la presenza di Gesù nell’Eucarestia come la dovremmo sentire. Abituati, indifferenti diventiamo svogliati e i nostri atti religiosi hanno tanto di formalismo. L’esame di coscienza ci deve dire quanto questa tentazione è penetrata in noi. Dobbiamo sentire viva, forte, grande la presenza di Gesù, dobbiamo avere quella freschezza spirituale per cui le cose vengono fatte bene in Lui e nel suo amore, e questo è possibile proprio se noi abbiamo un rinnovamento costante di fede. Fede è percepire le cose al di là di quello che è il sensibile, fede è sicurezza e forza che viene dalla Parola di Dio e dall’azione meravigliosa di Gesù nei Sacramenti, particolarmente nella Messa.

Dobbiamo volere questa fede che è ricerca, dobbiamo chiederla al Signore, dobbiamo curare molto la meditazione della Parola di Dio. La meditazione è il mezzo migliore per tener viva la fede e sulla meditazione dobbiamo insistere. Non basta accogliere la Parola, bisogna lasciarla scendere in profondità nel nostro animo, bisogna, come diceva il Salmo responsoriale, “attingere con gioia alle sorgenti della salvezza”(Is 12, 3). Fare meditazione, perché la Parola di Dio non entri da un orecchio ed esca dall’altro, la meditazione perché l’anima nostra ha sete di Dio, ma veramente del Dio vivente. Ecco, nella meditazione l’anima nostra è in una domanda continua e fervida: “Manda la tua verità e la tua luce, siano esse a guidarmi” (Sal 42, 3). Perciò, per vivere tutti i nostri atti religiosi, per dare alla nostra vita religiosa una spinta forte, curiamo e amiamo la meditazione della Parola di Dio, perché è il mezzo col quale noi ci apriamo, perché quella Parola di Dio, che è così efficace, arrivi fino in fondo all’anima nostra e ci diriga in tutto.

CODICE 84CRQ01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 26/03/1984
OCCASIONE Omelia, Lunedì III Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La tentazione dell’abitudine, la meditazione
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