29/04/1985 - Omelia Lunedi IV Pasqua Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 29/04/1985
Omelia, Lunedì IV settimana Tempo Pasquale - Funerale

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Gv 6, 51-58

Celebriamo il Mistero Pasquale di Cristo, cioè è la nostra fede: chi è vissuto in lui, chi si è addormentato in lui, risusciterà in lui. Il Signore con la sua morte ha distrutto la nostra morte e con la sua risurrezione ci ha dato una speranza di immortalità.

Quanto è pieno di speranza un funerale cristiano! Quanto allarga l’anima verso un orizzonte senza confini! Per chi non crede la morte è un baratro, le cose che preparano alla morte sono un destino crudele; chi crede ha una visione meravigliosa, perché sa che Gesù ha unito i suoi fedeli a sé, è vissuto per loro, è morto per loro, è risuscitato per loro.

Oh, con quanta visione, con quanta serenità dobbiamo allora realizzare una preghiera, una preghiera piena! Perché la nostra defunta è vissuta di fede, è vissuta di preghiera, ha saputo compiere i suoi doveri in una pienezza di vita umana e cristiana. Quanto merito, quanta ricchezza di merito! Come dobbiamo essere fiduciosi nella nostra preghiera, come dobbiamo innalzare a Dio con sicurezza la nostra anima! L’esempio che la defunta ci ha dato è un esempio che fa scuola, è un esempio pieno e totale e dobbiamo portare il suo esempio con noi, per potere così realizzare anche noi una vita degna, una vita che sia in benedizione dal Signore, che sia portatrice di tutti quei valori che Gesù ci ha comunicato nella sua grande realtà di Redentore.

Ecco la nostra preghiera, il nostro suffragio cristiano, la nostra comunione che non è interrotta con la morte; non è interrotta perché le anime che ci hanno voluto bene continuano a volerci bene e ci voglio bene di più perché sono nella luce di Dio.

Preghiera, comunione, decisione sempre maggiore di progredire sempre nel bene e nella fede, di essere veramente e linearmente cristiani, non dei cristiani a metà, non dei cristiani condizionati: dei veri, degli autentici cristiani! Dei cristiani che alla Messa di ogni domenica ricevono il Signore, il Pane vivo, il Pane disceso dal cielo, quei cristiani che nella Messa di ogni domenica realizzano veramente una condizione magnifica: “Chi mangia la mia carne ha la vita eterna”(Gv 6, 54). La nostra defunta, proprio perché ha mangiato il Signore nel sacramento dell’Eucarestia, godrà la visione e la gioia del Signore.

Guardiamo quindi che questa lezione di bene ci porti a sempre maggiore riuscita, a maggiore forza, a maggiore vivacità di vita cristiana.

CODICE 85DUO01363F
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/04/1985
OCCASIONE Omelia, Lunedì IV settimana Tempo Pasquale - Funerale
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Resurrezione dei morti in Cristo
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