Is 65,17-21; Gv 4,43-54
Anche noi abbiamo la febbre come quel ragazzo. Ma la nostra febbre non è la febbre del corpo, è la febbre dell’anima. E come quel ragazzo rischiamo di morirne. La nostra febbre è il nostro egoismo, la nostra febbre è la nostra impazienza. La nostra febbre è la nostra impurità, la nostra febbre è la nostra avarizia. Abbiamo bisogno che anche per noi si verifichi la parola di Gesù: “Va', tuo figlio vive”. E non è un pio desiderio che noi abbiamo. Può essere per ognuno di noi una realtà, perché noi sappiamo che Gesù è mirabilmente disponibile per ogni anima. Gesù nei suoi sacramenti è presente per compiere un’azione di salvezza. In particolare nella confessione Gesù è per guarirci, è per farci vivere. Se noi andiamo al sacramento della confessione con una fede viva, noi riceviamo questa grazia di salvezza e di guarigione. Perché il Signore ha moltiplicato così la sua presenza, che ogni volta che ci accostiamo al sacramento della confessione è proprio Lui che interviene, è proprio Lui che cura le ferite dell’anima nostra. le cura, ci vuol guarire, ci vuol ridare piena salvezza. La confessione non è semplicemente per perdonare, non è solo una spugna che cancella. È una medicina che vuol curarci e prevenire. La grazia della confessione è una grazia che risana. Il miglior modo per guarire dai nostri difetti, per non ricadere nei nostri peccati, per rimanere fedeli ai nostri propositi è quello di confessarci spesso e di confessarci bene.
Per confessarci come vuole il Signore dobbiamo, oltre ad avere vero pentimento dei nostri peccati, avere un grande desiderio dell’aiuto del Signore, una grande disponibilità e docilità alla sua azione. Possiamo fissare alcuni punti. Il primo punto è quello di vedere il sacramento con fede, così com’è. L’incontro avviene proprio con Gesù. Il sacerdote è solo uno strumento. L’incontro avviene con Lui, col Cuore di Gesù, con Gesù che ha sofferto per i nostri peccati e continua sull’altare della confessione e continua ad applicare i meriti del suo Calvario. Quindi spirito di fede. Bisogna andare con molta fede, vedendo proprio la grande misericordia di Dio che ci viene incontro. Dobbiamo disporci attraverso una riflessione, attraverso una meditazione. “Gesù o Barabba?”, era la domanda che faceva Pilato. Ecco, se non si sceglie Gesù si sceglie Barabba. Questa grande decisione dobbiamo invocarla. La preghiera che prepara la confessione è una preghiera molto necessaria. Dobbiamo invocare molto perché venga in noi questa totalità di decisione, perché siamo decisi ad applicare i mezzi necessari a fuggire tutte le occasioni, ad applicarci tutte quelle penitenze che si vedono vitali. Altrimenti la nostra decisione è fasulla. Crediamo di essere decisi e ci vogliamo solo liberare dalla noia del peccato, dal peso del peccato, senza una ferma, concreta risoluzione. Terzo: dobbiamo ascoltare con spirito di fede ciò che ci dice il confessore. Il confessore, in nome di Gesù, ci dà alcuni avvertimenti. Basta anche solo una parola. È la parola per noi. È la parola che fa al nostro caso. È quella parola che dobbiamo veramente intendere ed applicare. Quarto: noi dobbiamo subito dopo la confessione restare ancora in ringraziamento di preghiera, guardando quello che in concreto, in conclusione noi dobbiamo applicare. E sentendo molta riconoscenza, perché Gesù, che non è obbligato, ancora una volta ci perdona e ancora una volta ci indica i mezzi da applicare. Il funzionario del re, di cui abbiamo letto, credette a Gesù. “Va', tuo figlio vive”. Credette. Ecco, dobbiamo credere all’assistenza continua della grazia. Non siamo soli: c’è il Signore con noi. E allora domandiamo stasera questo dono al Signore: di fare della nostra confessione, non solo il mezzo del perdono, ma il mezzo del progresso, il mezzo per potere andare avanti e diventare come ci vuole Lui, vincendo così anche i difetti più duri, anche i difetti più inveterati, sapendo che alla grazia di Dio non è impossibile.
CODICE | 77CMQ013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 21/03/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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