28/03/1983 - Omelia Lunedi Santo

Sant’Ilario d’Enza, 28/03/1983
Omelia, Lunedì Santo

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Is 42,1-7; Gv 12,1-11

“Maria, presa una libra di olio profumato, cosparse i piedi di Gesù”.

Una libra. Non si accontentò di qualche goccia. Una libra. Quanto profumo. Tutta la casa si riempì di quel profumo. Quanto profumo che scandalizzò Giuda: gli sembrava che il prezzo enorme di quel profumo potesse convertirsi in una elemosina. Non capiva, con il suo cuore chiuso, con il suo cuore che calcolava con l’avarizia che lo dominava, non capiva la legge dell’amore. La legge dell’amore è dare tutto, è dare sempre, è dare al di più del dovuto.

Io vorrei che questa sera noi riflettessimo sulla nostra generosità, perché troppo spesso i calcoli ci ingombrano e stiamo sempre lì a misurare che cosa dare al Signore e fino a quando gli dobbiamo dare e se basta questo e se basta quest’altro e se facciamo peccato veniale o peccato mortale, se è sufficiente per essere cristiani fare quella determinata cosa a scartamento ridotto.

Il Signore con l’esempio di Maria, da Lui lodata, ci suggerisce una legge fondamentale: che con Dio non è mai troppo. Mai troppo di amore, mai troppo di dono, mai troppo di fedeltà.

Al Signore bisogna saper dare tutto. Il Signore, infatti, ci ha dato l’esempio. Era proprio necessario che Lui soffrisse tanto? Era proprio necessario che Lui morisse in croce? Era proprio necessario che Lui fosse così tormentato nell’anima e nel corpo? Lo sappiamo per certo: sarebbe bastato e sopra-bastato un gesto solo Suo, una preghiera: aveva un valore infinito, avrebbe salvato tutto il nostro mondo e mille mondi, se ci fossero stati. Ma Gesù amava, di un amore che Lui stesso definì non poter essere più grande e proprio per amore ha fatto tutto quello che ha fatto.

Ecco, corrispondere all’amore di Gesù è fare di più di quello che strettamente è esigito dalla legge, è fare di più, è fare tutto quello che è in nostra possibilità, è fare tutto quello che lo Spirito Santo ci suggerisce nel cuore.

L’Eucarestia è la continuazione dell’amore della croce. Gesù è voluto restare nell’Eucarestia, ripetere il Suo sacrificio, rimanere continuamente in mezzo a noi, venire a noi come un cibo, proprio dandoci così la dimostrazione perfetta di una carità che, certo, non avremmo potuto immaginare.

Ci sia dunque, ogni volta che veniamo all’Eucarestia, ci sia stimolo, ci sia esempio, ci sia spinta a fare quanto il Signore vuole, a dargli quanto il Signore domanda, ad amarlo davvero perché allora sì che la nostra Eucarestia ha un senso, allora sì che il Signore può dire: quest’anima mi capisce, quest’anima mi è unita, in quest’anima io trionfo.

Essere cristiani non è osservare una certa norma morale, una serie di norme, ma essere cristiani è lasciarci conquistare dal Suo amore e corrispondergli fino alla fine.

CODICE 83CTQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/03/1983
OCCASIONE Omelia, Lunedì Santo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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