29/03/1982 - Omelia Lunedi V Quar

Sant’Ilario d’Enza, 29/03/1982
Omelia, Lunedì V settimana Tempo Quaresima

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Dn 13,1-9. 15-17. 19-30. 33-62; Gv 8,1-11

“Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra”.

Il Signore ci ha dato una grande regola, ci ha detto che il prossimo nostro non si corregge condannandolo, non si emenda nella vergogna della condanna, meno ancora acquista fiducia e si redime. Eppure, come è facile per noi buttare il sasso, come è facile crederci degli innocenti o almeno di quelli che hanno un certo diritto di scagliare il sasso. Fu così forte la parola del Signore che quegli uomini se ne andarono, uno per uno.

Dovremmo imprimerci fortemente nel cuore questa regola: di non scagliare mai la pietra, di volere costruirci in tanta comprensione, in tanto perdono, in tanto aiuto al prossimo. Preoccupati di noi stessi, gonfiati dal nostro orgoglio, ci crediamo sempre qualche cosa, e difficilmente ammettiamo il nostro torto. Ecco perché scagliamo i sassi contro i difetti degli altri e i difetti degli altri ci sembrano sempre insopportabili, sempre li esageriamo, sempre. E in questo diventiamo anche bugiardi e ci atteggiamo a vittime degli altrui difetti e diciamo: “Signore, quanta pazienza mi fanno portare, sono proprio condannato a stare sempre con questa gente, guarda in quale famiglia sono capitato! Devo portare tanta pazienza con l’uno o con l’altro o con quell’altro…”. E non pensiamo che noi stessi siamo quelli che forse devono pentirsi di più, siamo quelli che fanno pesare di più la loro mancanza, la loro pesantezza e la loro intransigenza di carattere.

La virtù cristiana, fondamento di tutte le altre, è l’umiltà, che non è torcere il collo in una sequenza di espressioni che sono praticamente solo delle ipocrisie.

Umiltà è riconoscere davanti a Dio quello che noi siamo in realtà. Proprio quello che siamo, senza esagerare in niente e accettare questa nostra condizione come una condizione di partenza, per un cammino ascensionale sempre da rinnovarsi ogni giorno.

Avere il coraggio allora di non adoperare il sasso verso gli altri, di accettare la nostra vera realtà, desiderando per amore di Dio e amore degli altri di migliorarci, di diventare meno pesanti, meno insopportabili, di capire che gli altri hanno i loro diritti e i loro pregi.

Il Signore ha detto: “Neanche io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Il Signore ha dato tanta tenerezza di comprensione che quella donna è partita indubbiamente con il cuore in tumulto, con il cuore che lasciava intendere come la vita poteva essere redenta, come la vita poteva tornare bella, come la vita poteva tornare pulita e limpida.

Ecco i frutti della nostra umiltà, i frutti della nostra comprensione li vedremo attorno a noi e il Signore benedirà il nostro coraggio, il coraggio di saper accettare la realtà così come si presenta e di tendere e tendere forte al nostro progresso.

CODICE 82CUQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 29/03/1982
OCCASIONE Omelia, Lunedì V settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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