15/05/1989 - Omelia Lunedi VI Ord

Gn 4,1-15. 25; Mc 8,11-13.

Onoriamo la Beata Vergine col titolo di «Corredentrice», perché con grande mirabile generosità ha unito il suo sacrificio al sacrificio di Gesù, la sua opera all’opera di Gesù.

Per questo dobbiamo guardare alla Madonna come alla benefattrice, a quella che con il suo dolore, con la sua preghiera, con tutta la sua vita ha contribuito alla ricchezza della redenzione; per questo capiamo la sua opera materna, opera preziosa, opera di compatimento e di bontà; per questo la invochiamo anche col titolo di «Rifugio dei peccatori».

Quando un peccatore si sente appesantito dai suoi peccati, quando un peccatore ha ripetuto tante volte il suo tradimento, si sente come disperato, oppresso da un’amarezza profonda, senza la speranza che solleva. È proprio allora che la Madonna lo cerca, che la Madonna si avvicina a lui, che la Madonna lo prende per mano e ed è mirabile in quest’opera materna.

Ognuno di noi che sente la tristezza di aver peccato guardi con intensa fiducia alla Beata Vergine. I nostri peccati che si ripetono, i nostri difetti che resistono, le nostre deviazioni che continuano: guardiamo alla Madonna, confidiamo nella Madonna, proprio perché lei ha partecipato dal vivo alla redenzione.

Il vangelo ci testimonia quanto preziosa è la sua opera, quanto intelligente e forte.

Noi in Paradiso dovremo ringraziare molto perché, se arriveremo alla meta, lo dobbiamo all’opera preziosa della Madonna, all’opera sua materna, squisita, perseverante.

La Madonna non si stanca mai e passa il suo Paradiso ad aiutare tutti quelli che nella Chiesa offrono a Lei il proprio cuore, il proprio cuore e la propria vita, quanti si uniscono a Lei nell’amare Gesù.