22/05/1989 - Omelia Lunedi VII Ord Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 22/705/1989
Omelia, Lunedì VII settimana Tempo Ordinario, Funerale

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Alziamo gli occhi al cielo, là dove risplende la gloria di Dio, così come ce la descrive l’Apocalisse: l’Agnello immolato e attorno a lui una grande moltitudine di ogni età, di ogni condizione, perché l’Agnello ha redento tutti (Cfr Ap 7,9-10). Gesù, Agnello immolato, li ha resi preziosi per mezzo del suo sangue sparso per loro; li ha santificati e ha reso la loro vita piena e immortale. Piena, anche se è stata appena sfiorata questa terra; piena perché è Lui che dà valore ai sacrifici e alle offerte, è sempre Lui. È Lui, Gesù, che ad ogni Messa ripete il suo sacrificio; è Lui che unisce al suo sacrificio il sacrificio di tutti i suoi figli, anche questo sacrificio così repentino e così duro. Tutti i sacrifici li rende capaci di elevazione e capaci di redenzione. Oh, sì, dimentichiamo questa terra, dimentichiamo le miserie di questa terra, la sofferenza che è così frequente e terribile! Dimentichiamo per unirla a quella di Gesù, perché diventi gioia, diventi gloria, diventi un amore effuso, donato, splendido. Guardando a Gesù, lo sappiamo: Dio chiede ai suoi figli un sacrificio, chiede ai figli una partecipazione alla redenzione del Figlio, perché il dolore dei buoni sia redenzione per i cattivi, perché il rifiuto della vita sia redento dall’accoglienza gioiosa e disponibile della vita, perché nel mondo del Corpo Mistico ognuno possa dare, ognuno possa vivere, ognuno possa così realizzare se stesso, realizzando gli altri. Quindi un coraggio, quindi una grande fede, quindi una grande disponibilità all’amore che continuamente fluisce dal cuore di Gesù; una grande disponibilità. E ricordiamoci: siamo fatti per il paradiso e il paradiso è tutto!

CODICE89ENO01336F
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 22/705/1989
OCCASIONE Omelia, Lunedì VII settimana Tempo Ordinario, Funerale
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTIIl valore salvifico del dolore
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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