08/05/1978 - Omelia Lunedi VII Pasqua Nov Pent 4

Sant’Ilario 08/05/1978
Omelia, Lunedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - IV giorno

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At 19, 1-8; Gv 16, 29-33

Le parole del Signore sono certissime. Gesù fa una profezia: “Voi avrete tribolazione nel mondo” (Gv 16, 33). Non dice: “In certi periodi avrete tribolazioni”, dice in assoluto: “Voi avrete tribolazione nel mondo”. È condizione ordinaria della Chiesa essere perseguitata, non è un’eccezione, è la regola. E ogni cristiano sa che, in tanto quanto aderisce a Cristo, è rifiutato dal mondo, perché il mondo non può essere con Cristo, il mondo ha per capo satana e il mondo vive dei principi di orgoglio, che sono propri di satana. Quelli allora che si gloriano di essere di Gesù Cristo non devono temere: la loro condizione ordinaria è di essere perseguitati. E questa persecuzione la devono accogliere nello stesso modo nel quale l’ha accolta Gesù Cristo. Gesù ha saputo manifestare la sua verità davanti a tutti, l’ha manifestata con forza, con vigore grande, ma senza perdersi in alcun avvilimento e senza mancare alla sua straordinaria bontà.

Gesù è stato perseguitato, ma la persecuzione non ha tolto il suo amore, anzi, lo ha ingigantito, se era possibile che fosse ingigantito. Gesù non ha taciuto nessuna verità. E’ stato messo in croce e anche in croce ha amato i suoi nemici e ha pregato per loro, ha offerto la sua vita come olocausto.

È necessario allora, in questo fremito dei popoli di cui parla il Salmo 2, ecco, sentire la nostra speciale posizione, sentire come non dobbiamo avere paura e non dobbiamo cedere alla nostra carità, perché aver paura dimostra scarsa fede. Lui ha promesso la vittoria: “Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”.

Non dobbiamo neanche mancare alla carità, perché mancheremmo all’essenza della nostra fede. Noi dobbiamo far prevalere la carità, sempre la carità, amando in ogni uomo l’immagine di Dio, cercando di portare a tutti il messaggio di una bontà sempre straordinariamente grande.

Dobbiamo allora riflettere bene sulla nostra posizione nel mondo, posizione che dice intransigenza assoluta sui principi. Le verità e i principi, che ci sono stati dati, non sono nostri; rinnegando una verità di Cristo, rinnegheremmo Cristo.

Noi dobbiamo essere lineari e decisi, dobbiamo essere sempre straordinariamente forti e, appunto perché forti, non dobbiamo mancare alla bontà, anzi, nelle persone dobbiamo riversare quel poco di carità di Cristo che alberga in noi.

Ecco come ci vuole il Signore: ci vuole pronti e ci vuole forti. Ma a questo come si arriva? Si improvvisa forse questo amore alla verità e questo amore alla carità? No, si costruisce giorno per giorno, fortificando la nostra volontà, arricchendo le nostre convinzioni, cercando giorno per giorno di invocare dallo Spirito Santo il dono della fortezza, giorno per giorno, attraverso le piccole lotte intime del nostro cuore, per poter essere vigili, per potere superare la pigrizia, per saperci dare al dovere, per essere sempre sinceri, leali e caritatevoli. Ecco, è qui che ci alleniamo, per poter testimoniare Cristo di fronte al mondo. Chi rinuncia a questa lotta intima, non sarà capace nemmeno inizialmente di testimoniare. Uno diventa forte di fronte al mondo, quando è diventato forte nell’intimo dell’anima sua, quando sa superare le difficoltà, i pericoli, le tentazioni, confidando nel Signore e abbandonandosi a lui.

È in questo senso che oggi noi chiediamo incessantemente allo Spirito Santo una fortezza grande per ognuna delle nostre anime, una fortezza grande per la Chiesa e la comunità.

CODICE 78E7N01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario 08/05/1978
OCCASIONE Omelia, Lunedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - IV giorno
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Persecuzione, verità e carità, dono della Fortezza
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