At 19, 1-8; Sal 67; Gv 16, 29-33
La fede degli apostoli era molta imperfetta: “Ecco”, Gesù profetizza loro, “Ecco, verrà l’ora in cui vi disperderete” (Gv 16, 32). Non basta conoscere le verità e ammirarle, è necessario unirci con la carità perché, soggiunge san Paolo, “la carità non viene mai meno”.
Ecco, stasera siamo chiamati a riflettere sulla virtù teologale della carità, che è perfezionata, è unita indissolubilmente con il dono dello Spirito Santo che è la Sapienza, il più alto dono che comunica a un’anima, che comunica a un’anima lo Spirito di Dio, il più alto.
La Sapienza illumina l’intelligenza, per vedere con gioia le verità di Dio; corrobora la volontà, perché corra sempre dove vuole il Signore e come vuole il Signore.
Il dono della Sapienza ci fa allora amare Dio sopra tutte le cose: la carità; ci fa, in questa carità, intuire e gustare le cose di Dio.
Sapienza viene dalla parola latina “sapere”, avere il gusto, avere il sapore delle cose di Dio perché si ama, si ama sopra tutte le cose.
Ecco perché il dono della Sapienza porta l’anima ad una relazione estremamente intima e familiare con Dio, porta l’anima a immergersi nella vita trinitaria, ad essere lode di gloria.
Il dono della Sapienza ci fa disprezzare le cose di questo mondo, ce le fa valutare quali esse sono, quali esse rappresentano nella loro fugacità, ci fa arrivare fin nei segreti di Dio.
Il dono della Sapienza è meravigliosamente grande, perché l’anima profuma tutto di divino, perchè l’anima sa gustare le meraviglie del regno di Dio, perchè l’anima si innalza sopra tutte le cose, perchè l’anima vive di Dio in ogni suo atto, in ogni sua situazione.
Ed è evidente allora che è proprio la pace che sottolinea la beatitudine: “Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio” (cfr. Mt 5, 9), quelli che portano la pace perché l’hanno con grande abbondanza, perché la pace, che è tranquillità dell’ordine, regna dentro di loro. Vedendo tutte le cose in Dio, gustandole intimamente, queste anime dotate del dono della Sapienza restano nella perfetta serenità, nella perfetta tranquillità e la sanno comunicare agli altri.
Quanto è desiderabile allora questo dono! Quanto è desiderabile, che noi poniamo prima di tutto l’amore di Dio, che lo poniamo al di sopra di tutti gli altri desideri, al di sopra di tutte le altre opere, che sappiamo unirci allo Spirito Santo e sappiamo così veramente gustare quanto è soave il Signore nelle sue verità, nei suoi misteri, nelle sue chiamate.
Domandiamo allora questo dono, impegnandoci a fare tutte le cose per amore di Dio, impegnandoci a vedere le cose nell’amore di Dio, a praticare e cercare solo la sua divina volontà.
CODICE | 77EON01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 23/05/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - IV giorno |
DESTINATARIO | Parrocchia |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Carità, Sapienza, Beati i pacifici |
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