At 19, 1-8; Gv 16, 19-33
“Ecco, parli chiaramente” (cfr. Gv 16, 29).
Gli apostoli sentivano la gioia di ascoltare Gesù. Sentivano la voce sua, sentivano quanto quella voce portava di verità e di amore. Si verificava ciò che era stato detto: Gesù era guidato dallo Spirito. E noi questa sera vogliamo chiedere questa grazia che assomma tutte le grazie, la grazia di ascoltare, la grazia di capire, la grazia di poter seguire quella parola che dice a noi lo Spirito. Il nostro Dio ci ama, ci ama in una maniera così grande che noi non possiamo riuscire ad immaginare, neanche con l’immaginazione di tutti gli uomini, neanche con tutto lo sforzo possiamo arrivare fino in fondo all’amore di Dio, all’amore che Dio riversa in noi mediante lo Spirito. È lo Spirito che ci parla, è lo Spirito che è anima della Chiesa, che sostiene la Chiesa e la fa parlare; la fa parlare in maniera che la Chiesa non può venir meno e non può sbagliare. È lo Spirito, anima della nostra anima, che parla dentro di noi, che parla proprio perché ci ama, proprio perché ci vuole condurre là, dove eternamente contempleremo nell’amore la verità. Lo Spirito parla e quanto esige di attenzione! E quanto esige di silenzio! E quanto esige di docilità!
Quante voci ci sono attorno a noi, quante voci si ripercuotono dentro il nostro spirito. Eppure noi dobbiamo essere così saggi e così forti, da ripetere le parole dell’Imitazione di Cristo: “Tacciano tutti. Tutti restino lontano da me. Tu solo parlami, perché tu solo puoi saziare la mia anima e puoi dare la gioia al mio vivere”.
Allora noi dobbiamo, con estrema chiarezza, porci proprio in grande ascolto, in ascolto della sua voce intima, in ascolto di quella voce che ci dà chiarezza, che ci dà sensibilità, che ci dà intuizione. Ed è Lui che ha agito nei secoli, ed è Lui che ci dona la sua parola nella Sacra Scrittura, è Lui che risuona lungo i secoli nella tradizione della Chiesa. È Lui. È Lui che ci spiega la Scrittura e ci fa cogliere anche il senso più nascosto, è Lui che interviene nella storia ed esige la nostra umiltà di fronte alla Chiesa. È Lui che all’improvviso fa maturare in noi la decisione, per compiere anche la cosa più difficile nel regno di Dio.
Quanto ci dobbiamo rimproverare se lo abbiamo ascoltato poco, se lo abbiamo ascoltato male! Stasera invochiamolo, perché trasformi tutto il nostro essere, perché ci renda veramente come il giunco che si piega a ogni soffio di vento. Lui possa trovare tanta duttilità in noi, tanta generosità, tanta ubbidienza. Possa Lui vincere tutte le strane e irragionevoli nostre resistenze e darci la pace della sua presenza e della sua verità.
CODICE | 80EIN01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario D’Enza, 19/05/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì VII settimana Tempo di Pasqua, Novena di Pentecoste - IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’ascolto dello Spirito Santo |
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