31/10/1988 - Omelia Lunedi XXXI Ord Messa Suffragio

Sant'Ilario d'Enza, 31/10/1988
Omelia, Lunedì XXXI settimana Tempo Ordinario, Santa Messa di suffragio

I momenti della morte sono momenti in cui particolarmente brilla la fede, sono momenti nei quali abbiamo la consolazione magnifica della parola di Cristo: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se morto vivrà” (Gv 11,25).

È proprio su questa parola che appare la luce in un mondo che, altrimenti, è nel buio.

La parola di Cristo è parola di vita, è parola di speranza, è parola di risurrezione. I nostri morti non sono degli assenti: sono degli invisibili, sono presenti a noi e presenti con tutta la forza che viene dalla grazia di Dio, quella grazia che li ha portati in vita e li ha fatti passare nella salvezza.

È proprio su questa parola che anche oggi dobbiamo meditare.

Davanti ad una vita di fede, davanti ad una vita di lavoro, di impegno, di dedizione per la famiglia, noi sentiamo che la nostra speranza è grande, ingigantisce. E sentiamo quella che nel Credo chiamiamo la «Comunione dei Santi». Siamo in comunione, non siamo divisi, siamo nella comunione del Cristo. Quando arriva la sera, arriva il momento di cambiare, arriva il momento nel quale le opere buone vengono premiate e vengono valorizzate nella pienezza.

Accresciamo allora questa nostra speranza e la comunione, sapendo che i nostri morti pregano per noi e noi possiamo essere vicini a loro proprio con la nostra memore preghiera, proprio con il nostro affetto, proprio con il nostro impegno, proprio con il senso da dare sempre più forte alla nostra esistenza.

Dobbiamo essere credenti con pienezza, dobbiamo essere credenti e saper tradurre la nostra fede ogni giorno, perché sta scritto: “Chi semina parcamente, parcamente raccoglie; chi semina nell’abbondanza, nell’abbondanza raccoglie” (cfr 2 Cor 9,6).

La parola della Scrittura, proprio di fronte alla morte, ci ammonisce di intensificare le nostre cose di bene, le nostre realtà, di guardare a Dio, perché tutto scompare, ma Dio non manca mai.

Fruttificare davanti a Dio; realizzare con pienezza, con generosità, con forza.

Fare la nostra vita sempre più ricca di bene: il bene non viene mai a meno; fare la nostra vita potente nella carità: dalla carità saremo giudicati; fare della nostra vita qualche cosa di valido pensando a Dio, agendo per Lui, moltiplicando la nostra azione di dovere.

Restiamo così, con la speranza, guardiamo in alto, guardiamo oltre le barriere di questa vita e non dimentichiamo che sempre il Signore ricorda, ricorda quello che abbiamo fatto, e ricompensa.

Preghiamo per il nostro defunto, perché presto veda il volto di Cristo. In paradiso, infatti, la felicità piena sarà guardare il suo volto, il suo volto di redentore, il suo volto di amico, il suo volto di fratello. Preghiamo perché questo nostro defunto lo possa vedere nella gloria e partecipare con Lui a questa magnifica realtà di una vita che non tramonta.

E possa così intercedere in modo particolare per i suoi famigliari, perché possano anche loro meritare molto e possano anche loro realizzare con pienezza.

CODICE 88LZO0133UF
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 31/10/1988
OCCASIONE Omelia, Lunedì XXXI settimana Tempo Ordinario, Santa Messa di suffragio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Credere nella Comunione dei Santi; portare frutto
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