01/01/1974 - Omelia Maria Madre di Dio ore 6.30 e ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 01/01/74
Omelia, Martedì Solennità Maria Santissima Madre di Dio - Messa ore 6, 30 e 11

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Nm 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-22

MESSA ORE 6, 30

Incominciamo il nostro anno in una duplice intenzione. Oggi è la festa di Maria Santissima Madre di Dio, la Chiesa ha voluto così porre nelle mani, nel cuore della Madonna tutto il nostro anno, tutto il nostro tempo. La Madonna è la nostra Mediatrice, è lei che ci intercede le grazie, è lei che ci sostiene e ci guida. E’ giusto perciò che accompagniamo la nostra speranza del tempo, la nostra speranza delle cose, la nostra speranza degli affetti nelle mani della nostra Madre che è ancora la Madre di Dio. Sia perciò un segno di speranza, di fiducia, di serenità, di grazia che apriamo il nostro tempo, per renderlo sempre più meritorio, ricco di opere buone, ricco di titoli per avere il Signore insieme a noi nella sua misericordiosa presenza. Perciò, proponiamoci sempre questo pensiero di speranza e di fiducia, perché davanti a Dio abbiamo Gesù, che intercede per noi e vicino a Gesù c’è la Madonna, che ci dona le grazie di Gesù.

Il secondo pensiero è quello che ci ha dato il Santo Padre, quando ha voluto che il primo giorno dell’anno fosse consacrato a parlare di pace e fosse un giorno di preghiera per la pace nel mondo. “La pace”, dice il Santo Padre dandoci il tema da riflettere, “dipende anche da te”. “Dipende da te”, perché ognuno è responsabile di quella che è la relazione dell’umanità con Dio. La causa vera e profonda di tutti i mali, che agitano l’umanità, sta nel peccato, perché il peccato è ribellione a Dio, perché il peccato è egoismo, perché il peccato distrugge tutte le relazioni fondamentali.

Ecco perché, purificandoci dal peccato, riacquistando sempre di più l’amicizia con Dio, praticando giorno per giorno i suoi comandamenti, costruendoci quelle virtù individuali e comunitarie, noi facciamo fare alla pace un passo in avanti. Molti gridano alla pace, ma pochi cercano di tradurre; molti inneggiano alla pace, ma sono sempre immersi in un profondo egoismo che causa divisioni, dissensi e odio. La pace non è una cosa che può nascere per incanto, la pace nasce così come una conquista, conquista dell’individuo e conquista di tutti gli individui messi insieme, conquista cioè autentica della società.

Che noi abbiamo bisogno di pregare per la pace è molto evidente, perché si verificano le parole del Salmo che dicono: “Dissero pace, pace, ma la pace non c’era”. Mai si è gridato tanto alla pace, mai la pace è stata così lontana dall’umanità, proprio perché l’umanità vuole fare senza di Dio, ma Dio è la pietra d’angolo, dicevamo nel Natale. Gesù c’è dato come la grande base della costruzione ed è proprio in questo senso che noi accogliamo Gesù, Figlio di Dio, sapendo che la pace non nasce dal basso, nasce dall’alto.

E in questo senso gli angeli ci hanno portato alla pace il giorno di Natale, una pace vera perché è per gli uomini amati da Dio, è per gli uomini che veramente sanno di dove viene ogni bene, di dove viene ogni grazia.

Sia dunque il nostro impegno di pregare, di pregare giorno per giorno, di pregare con umiltà, con abbandono, con grande senso della nostra necessità.

E il Signore, per intercessione della sua Beatissima Madre, doni a noi questo grande tesoro, doni a tutto il mondo particolarmente togliendo dal mondo ogni ingiustizia, perché tutti gli uomini possano godere gli stessi diritti, avere lo stesso pane e la stessa tranquillità che desideriamo per noi.

Noi cristiani non possiamo pensare solo a noi stessi; la Chiesa non è solo per se stessa, la Chiesa è data soprattutto per il mondo, per la salvezza del mondo.

Ed è in questo senso che noi, che facciamo parte della Chiesa, dobbiamo veramente operare ed intercedere perché vengano dei giorni migliori.

MESSA ORE 11

Cominciamo il nuovo anno nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, lo cominciamo allora in questo nome e con questa invocazione. Maria è il sacramento della pace con Dio, perché non ci ha dato solo un annuncio di pace, ma ci ha dato la pace stessa, Gesù, quello che il profeta Isaia aveva preconizzato come il “Principe della pace” (Is 9, 5). Maria ce l’ha donato e noi l’abbiamo. E se non abbiamo la pace, non è perché sia mancato Dio, siamo mancati noi.

Come Maria ci ha donato Gesù in una comunione di collaborazione, Gesù fu concepito di Spirito Santo nel “sì” della Madonna, così è ancora per ogni bene che viene nell’uomo: ci vuole il dono di Dio e senza Dio nulla è possibile, ma ci vuole ancora la collaborazione dell’uomo. Ecco perché diciamo che la pace, che noi invochiamo, non la dobbiamo vedere solo così, come una cosa che fa Dio o che possono fare gli altri; “la pace”, ci suggerisce il motivo di riflessione il Papa, “la pace dipende da noi”. Il tema da meditare è proprio questo: la pace dipende anche da te, perché pace non è semplicemente assenza di guerra, non è semplicemente una mancanza di conflitto, la pace, nel senso biblico della parola, è costruzione, è armonia, è amore, è liberazione. La pace ogni uomo è chiamato a costruirla, deponendo quello che è il nemico vero dell’amore e dell’armonia che è il peccato, che è l’egoismo, che è la nostra ribellione al Signore.

E’ in questo ordine che noi dobbiamo vedere il nostro lavoro. Il profeta Isaia dava il concetto di pace quando diceva: “Un popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce. Esulteranno davanti a te” (cfr. Is 9, 1-2).

E’ proprio nell’accogliere il Signore, nell’esultare in lui e con lui, che noi possiamo costruire la pace, perché in questo mondo, nel quale molti gridano alla pace, abbiamo l’impressione che succeda come per le perturbazioni che si formano sull’Atlantico e arrivano a noi dell’Europa: sono fatalità, sono gli altri i colpevoli di mancanza di pace, sono gli altri non noi! Sono gli altri quelli che ci sono in antipatia, in antagonismo, sono gli altri! Ricordiamo invece che siamo noi e tutti gli uomini del mondo devono collaborare a costruirla, a costruirla nell’intimo della propria coscienza, a costruirla con responsabilità nella propria famiglia, a costruirla con i propri conoscenti, con i propri vicini, coi propri paesani.

Bisogna che noi non ci limitiamo a riempirci la bocca di parole, ma che esercitiamo, dico, con molto senso di responsabilità, la nostra parte, il nostro dovere, un dovere allora che per il cristiano consiste nel collaborare al piano di salvezza di Dio e cioè realizzare in noi la vera, autentica carità, realizzare attorno a noi l’esercizio di una generosità sempre superiore a tutte le miserie quotidiane.

Il cristiano, che è in comunione in ogni Messa con Gesù che ha detto: “Io vi lascio la pace, vi do la mia pace”, è necessario che accolga questa pace del Signore nella sua preghiera, nell’osservanza della legge di Dio, nell’adempimento sereno e forte delle proprie responsabilità sociali.

Iniziamo l’anno così, invocando da Maria Madre di Dio, che così meravigliosamente ha saputo dire il suo “sì” e continuarlo tutta la vita, dico, in questa invocazione, noi cerchiamo di diventare migliori, perché stando con il Signore, realizzando la sua Parola, curando la nostra preghiera, esercitando sempre in ogni occasione la nostra onestà, saremo veramente coloro che proseguono l’opera di Gesù, principe e donatore di pace.

CODICE 74A0O01321N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 01/01/74
OCCASIONE Omelia, Martedì Solennità Maria Santissima Madre di Dio - Messa ore 6, 30 e 11
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Maria, pace
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