29/11/1977 - Omelia Martedi I Avv Nov Imm 1

Sant'Ilario d'Enza, 29/11/1977
Omelia, Martedì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata - I giorno

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Is 11, 1-10; Lc 10, 21-24

L'Avvento è caratterizzato da un sentimento, da un sentimento profondo che deve coinvolgere tutta l'umanità ed ogni singola anima, quel sentimento che si chiama desiderio.

Il tempo dell'Avvento è tempo di desiderio: il desiderio di Dio, il desiderio della comunione con Dio, del perdono di Dio, della sua mirabile donazione.

Ecco, entriamo anche noi stasera ancora di più in questo desiderio, il desiderio della sua salvezza, il desiderio perciò della nostra santità. Tutta l'umanità prima di Cristo sospirava, sospirava verso un punto lontano, ma che diventava sempre più necessario: “Vieni, Signore, vieni!”.

Era l'umanità decaduta, che si dibatteva nel suo peccato e non riusciva a uscirne.

Il primo desiderio lo abbiamo proprio nel paradiso terrestre, quando Adamo ed Eva, commesso il peccato, ne sentivano tutta la vergogna, tutta l'umiliazione e si sentivano impotenti a risalire la china, a dare alla propria vita e alla vita dei loro figli quella dignità, che avevano buttato via.

E cominciarono a desiderare, quando il Signore, nell'atto stesso di castigarli, lasciò loro grande e forte la speranza: “Verrà chi schiaccerà il capo al serpente, verrà colui che realizzerà la vittoria totale dell'umanità sulle forze del male. Verrà!”. E Adamo ed Eva cominciarono a desiderare. E la loro vita, che fu una vita dura, di pellegrinaggio, di sofferenza tanto maggiore quanto avevano esperimentata la felicità serena dell'amicizia con Dio, Adamo ed Eva, ogni giorno che passava, sempre più intensamente avevano questo desiderio, il desiderio di lui. E questo trasmisero ai loro figli prima di morire: “Abbiate speranza, verrà… verrà lui! Verrà lui”. Le generazioni lo ripetevano alle generazioni e i secoli ai secoli: “Verrà! Lui verrà!”.

E sempre di più era amara l'esperienza del male, era amara tutta la conseguenza del peccato, perché il peccato s'era posto così come odio tra Dio e l'umanità, come odio tra l'uomo e l'uomo.

Il Signore teneva vivo questo desiderio per mezzo dei suoi santi patriarchi e profeti. Dio lo teneva vivo, perché voleva che l'umanità arrivasse alla prova completa di se stessa e al bisogno totale di Dio.

Ecco allora che il vertice del desiderio venne a Nazareth, dove una vergine aspettava, una vergine pregava ardentemente Dio di mandare il suo salvatore. A quel desiderio, fatto da un cuore tanto santo e tanto puro, Dio non ha resistito e a Nazareth fu mandato un angelo, che aveva nome Gabriele e disse: "Ave, o piena di grazia" (cfr. Lc 1, 28). Era l'annuncio di Gesù.

Ecco perché noi diciamo: Maria è l'esempio del come desiderare, del come pregare.

Lei ha raccolto i desideri di Adamo ed Eva, il desiderio di tutto l'Antico Testamento, il desiderio di tutti i popoli che si sfasciavano nelle esperienze più assurde. Lei ha raccolto tutto il gemito dell'umanità e lo ha presentato a Dio.

E noi ci prepariamo alla sua festa e vogliamo prima di tutto ricopiare da lei questo desiderio, quest’ansia di Gesù, quest’ansia dell'azione di Dio, questo desiderio della sua misericordia.

Noi vogliamo ricopiare da lei, per non stagnare nei nostri peccati e nei nostri difetti, ma per prendere energia a vincerli, a scuoterli da noi.

Il Signore lo sa, che non sono tanto le responsabilità dei nostri peccati, quanto l'avvilimento che segue al peccato. Facilmente oscilliamo tra la presunzione e la leggerezza e poi cadiamo nell'avvilimento.

L'avvilimento dopo le colpe è quello che reca il maggior danno. Noi dobbiamo domandare oggi alla Madonna la grazia di capire subito il peso dei nostri peccati e di darci una volontà forte, energica, di scuoterlo subito, di non fermarci neanche un minuto nel peccato, ma di cadere subito in ginocchio, a domandare perdono e a riprendere la lotta, quella lotta che, particolarmente in certi giorni, può essere veramente dura. Non sgomentirci dei nostri peccati, non sgomentirci dei nostri difetti: “Vieni, Signore Gesù, vieni!”.

Ecco, ciò che è apparso in Adamo ed Eva è stato realizzato dalla Madonna nel vertice più grande, perché lei faceva parte di una umanità di peccatori, lei non aveva dei peccati da rialzarsi, ma aveva l'umanità da rialzare. E questa umanità da rialzare lei l'ha presa nel suo cuore, ecco perché ha desiderato, ecco perché il suo desiderio è stato esaudito da Dio.

La nostra volontà sia piena e chiara e propria: non far patto con i nostri peccati, scuoterli subito da noi, quando per la nostra fragilità cadiamo per terra.

CODICE 77MUN01310N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/11/1977
OCCASIONE Omelia, Martedì I settimana Tempo Avvento, Novena Immacolata - I giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Avvento, tempo di desiderio
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