Is 11, 1-10; Lc 10, 21-24
“Ti rendo lode, o Padre!” (Lc 10, 21) È questa posizione che noi chiamiamo umiltà. Umiltà vuol dire dare a Dio ciò che è di Dio e dare a noi stessi quello che dobbiamo darci. Dio è il Signore del cielo e della terra. Tutto viene da Lui, tutto deve confluire in Lui, Signore del cielo e della terra. Davanti a Lui sentiamo il nostro niente, la nostra grandissima povertà; sentiamo il bisogno di lodarlo per la sua magnificenza e per la sua bontà, particolarmente di lodarlo per la sua misericordia, perché ha avuto pietà degli uomini, ha pietà di noi. Per i nostri peccati non siamo stati castigati, per i nostri peccati non siamo stati in posizione di attesa, perché Lui subito ce li ha perdonati. È bastato dirgli: - Padre, sono pentito - e Lui subito ci ha ridonato il suo amore. In Maria l'umiltà è stata meravigliosamente abissale. E’ in questo senso che si applicano a Lei le parole del Salmo: “l'abisso chiama l'abisso”, l'abisso dell'umiltà di Maria ha chiamato l'abisso della misericordia di Dio per tutta l'umanità. Maria ha avuto un senso creaturale altissimo, ha saputo riconoscere Dio e ha saputo vivere con Gesù tanti anni senza mancare mai a questo senso di profonda umiltà, questo senso di riconoscenza e di rispetto. Il Magnificat non è stato solo un momento di fervore, è stato il canto di tutta la sua vita, l'esaltazione di Dio: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore". Tutta la vita di Maria è stata così un inno a Dio grande, a Dio santo, a Dio misericordioso. Noi stasera dobbiamo riflettere bene, per entrare e potere entrare tutti in quella beatitudine, che Gesù ha detto. E ci entriamo se siamo piccoli: "Hai nascosto queste cose ai dotti, le hai rivelate ai piccoli”. Ecco, attraverso l'umiltà, potere essere tra coloro che ricevono la Parola e la rivelazione di Dio e perciò dobbiamo chiedere alla Madonna insistentemente e fortemente, che Ella ci sostenga, che Ella ci aiuti, perché l'orgoglio continuamente ci insidia. È l'orgoglio che ci vuol fare essere autonomi, è l'orgoglio che ci fa essere impazienti, è l'orgoglio che ci fa volere essere al di sopra degli altri, è l'orgoglio che semina divisione, è l'orgoglio che ci impedisce di sviluppare la nostra preghiera. Chiediamo alla Madonna la grazia, per la sua umiltà, che anche noi entriamo in questa vera beatitudine dei piccoli.
CODICE | 80N1N01310N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 02/12/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì I settimana di Avvento - Novena Immacolata - IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Umiltà – La beatitudine dei piccoli |
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