14/02/1978 - Omelia Martedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 14/02/1978
Omelia, Martedì I Settimana Tempo Quaresima

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Is 55,10-11; Mt 6,7-15

“Voi dunque pregate così” (Mt 6, 9). Ci dobbiamo interrogare sulla nostra preghiera, perché non ci succeda di non saper pregare, cioè di essere come i pagani e di moltiplicare delle parole, ma di non dire delle preghiere.

Dobbiamo capire che la preghiera deve realizzarsi attorno alla Parola. È la Parola che deve dare il tono contemplativo alla nostra preghiera, un tono di contemplazione piena d’amore, perché dobbiamo guardare a Dio e lasciarci condurre da Lui. La preghiera quindi nasce dalla Parola, dalla Parola proclamata, dalla Parola interrogata, dalla Parola meditata, dalla Parola che è assimilata, dalla Parola sentita in interiorità, la Parola che deve fare come la pioggia e la neve e deve penetrare fino in fondo all’anima nostra.

Ecco perché si deve creare un clima di preghiera, un clima che noi dobbiamo con grande gioia accogliere. Perché, vedete, la prima condizione della preghiera è questa fede, la fede è ascolto e fiducia. La fede è sicurezza, sicurezza di un dialogo, sicurezza di una relazione con lo Spirito Santo, sicurezza di non essere soli a lanciare un grido verso l’Infinito, ma che è lo Spirito di amore che parla in noi, che ci suggerisce, che ci guida, che rende potente la nostra preghiera, è Gesù stesso che la presenta al Padre.

Una preghiera di fede, una preghiera, quindi, gioiosa. Vorrei aggiungere un altro aggettivo e sottolinearlo: una preghiera festiva, perché per noi deve essere festa il comunicare con Dio, il contemplare le sue opere, il glorificare la sua misericordia. Una preghiera festiva che riempia l’anima nostra di cose belle e di cose sante, di cose forti e di cose che ci portino ad una testimonianza piena e meravigliosa di vita. Sia festiva la nostra preghiera, proprio per questo incontro con la Parola, proprio perché la nostra risposta è una risposta di fiducia, di consolazione, di abbandono.

“Pregate così”, ha detto il Signore e ci ha detto tutto con una parola: “Padre nostro”.

Ecco che la preghiera si innesta nella comunità, la preghiera si innesta nella Chiesa, perché con la Chiesa noi ci uniamo a Gesù, ci uniamo a tutte le anime sante, per cui la nostra preghiera diventa espansione di vita, della vita del Corpo Mistico, diventa modo di comunicare che dà continuamente energia, slancio, luce.

“Padre nostro”. Impariamo allora a cacciare dalla nostra preghiera tutte le infiltrazioni di egoismo, tutto quell’egoismo per cui non si vede che se stessi, non si vedono che le proprie piccole cose, le proprie piccole necessità, a cacciare dalla nostra preghiera tutte le infiltrazioni di vanità, di orgoglio che, voi lo sapete, sono quelle più pericolose. “La preghiera di chi è umile”, dice la Scrittura, “penetra i cieli”, ma molte volte noi abbiamo una preghiera del fariseo, perché è una preghiera di autosufficienza, è una preghiera che indispone per qualsiasi grazia. Indispone.

Noi dobbiamo prendere via dalla nostra preghiera tutte le infiltrazioni di pigrizia, proprio perché la pigrizia dice troppe volte mancanza di fede. Si vede nella preghiera solo una cosa da fare, non un’esperienza profonda da vivere: l’esperienza della paternità di Dio, l’esperienza dell’assistenza e della guida dello Spirito Santo.

Quanto dobbiamo fare per pregare bene!

E questa Quaresima ci guidi e questa Quaresima sia veramente una grande scuola, dove ci troviamo nel deserto, cioè nella liberazione da tutti i condizionamenti che ci vengono, perché dobbiamo sentirci veramente soli con Dio, soli e insieme alla Chiesa, soli e insieme a Gesù, ma soli perché lontani dal mondo, lontani da tutte le preoccupazioni che ci vengono dal mondo e dalla nostra povera umanità.

Chiediamo alla Vergine Santa, esempio perfetto di preghiera, di aiutarci per fare quella che è la massima conquista della vita: saper pregare.

CODICE 78BDQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/02/1978
OCCASIONE Omelia, Martedì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La preghiera nasce dalla Parola
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