Is 55,10-11; Mt 6,7-15
“Voi dunque pregate così”. Il Signore ci ha insegnato l’atto fondamentale della relazione col Padre. Ci ha insegnato come la preghiera non può essere semplicemente spontaneità, non può essere un’improvvisazione, non può essere un ragionamento umano, ma la preghiera è un’opera di Dio. È dettata dallo Spirito. Pregare bene non è semplicemente un grido rivolto all’Altissimo, non è una serie di lamenti, non è un chiedere cose che ci interessano più o meno materiali, pregare è aprirsi al colloquio con Dio che si svela a noi come Padre. L’impegno nostro non è quello di trovare delle parole, non è quello di recitare delle formule. Ce l’ha detto Il Signore: “Non sprecate parole”. Le parole vanno bene per i pagani perché credono di venire ascoltati a forza di parole. La preghiera del cristiano è una preghiera guidata dallo Spirito Santo e comprendiamo bene il perché, perché mediante il Suo mistero pasquale Gesù ci ha resi figli di Dio, veramente, non solo come titolo ma come realtà: non solo ci chiamiamo ma lo siamo veramente. Nella Santissima Trinità le relazioni tra il Padre e il Figlio sono nella terza persona, lo Spirito Santo. È una comunicazione grande e profonda. Da tutta l’eternità, il Padre e il Figlio conoscendosi si amano e il loro amore dà luogo alla terza persona che è lo Spirito Santo. Noi, costituiti figli di Dio, come possiamo avere relazioni col Padre se non nello Spirito Santo? È lo Spirito santo che ci unisce al Figlio, a Gesù, Verbo incarnato, di cui diventiamo il Corpo Mistico, diventiamo le membra e lo Spirito Santo forma ogni membro di Cristo, pone in relazione ogni membro con il Capo, con Gesù e ognuno di noi si sente unito all’altro nello Spirito Santo ed è mediante lo Spirito Santo che si apre la nostra preghiera. Comprendiamo allora: “Quando pregate dite Padre nostro”. Vorrei che gustassimo questa che è la più grande di tutte le grazie: lo spirito di adozione, cioè questa comunicazione che lo Spirito Santo crea in noi di relazione e di amore col Padre. La preghiera allora non è un clamore, non è formata da parole, non è dettata da interessi egoistici, la preghiera è comunione col Padre e col Figlio nello Spirito Santo. Guardiamo la nostra preghiera se è sempre così, in quest’ordine.
CODICE | 81C9Q013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 10/03/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì I Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La preghiera, opera di Dio |
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