18/02/1986 - Omelia Martedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 18/02/1986
Omelia, Martedì I settimana Tempo Quaresima

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Is 55,10-11; Mt 6,7-15

A pensare a quello che ci ha insegnato Gesù il nostro animo si commuove, si commuove per la dignità che abbiamo e per la tenerezza di cui siamo oggetto. “Voi dunque pregate così: Padre nostro”. Ecco che Gesù ci insegna che Dio è nostro Padre. Proprio Lui Gesù, il Figlio del Padre dall’eternità, proprio Lui Gesù, che conosce il cuore del Padre, che conosce la potenza del Padre, proprio Lui ci insegna a dire “Padre”. Ed è tutta la nostra preghiera, ed è tutta la nostra gioia, ed è tutta la nostra ammirazione. Sì, Dio ci è Padre. E come un figlio dobbiamo andare da Lui tutti noi insieme, perché ci ha insegnato a dire “Padre nostro”. Di tutti. Il battesimo ci ha dato tanta ricchezza, tanta magnificenza di ricchezza. Dio è nostro Padre. Quale onore! Perché Dio è l’Assoluto, è il Signore del cielo e della terra, è il principio e il termine di tutto. È nostro Padre. Quale ammirazione allora per tanta bontà. Quale generoso proposito di non disubbidirgli mai. Venga il tuo Regno. Sia fatta la tua volontà. Quanto amore! Gesù ci ha partecipato questa grazia perché ce l’ha comprata con tutta la sua sofferenza, la sua Passione, la sua Morte, la sua Resurrezione. Gesù ci ha fatto questo dono magnifico. Il Padre ha accolto la mediazione di Gesù e ci ha fatto suoi. Siamo suoi nel senso più completo della parola. Siamo suoi come creature, siamo suoi come figli e ci possiede nell’amore e nella provvidenza e nella tenerezza e nell’abbondanza della partecipazione delle sue ricchezze. Quale forza ci dà questa parola! Riformare la nostra preghiera vuol dire allora sentire la paternità di Dio, sentirla come la grande realtà, come la nostra vera ricchezza. Sentire la paternità di Dio e porre in questa paternità tutta la nostra confidenza, tutta la nostra speranza, tutta la nostra sicurezza. Ripetiamola spesso questa parola: “Padre mio, Padre nostro. Voglio essere un tuo figlio degno e generoso. Non voglio mai buttare via la mia dignità, non voglio mai perdermi in cose indegne. Fa' che ami tutti i miei amici, tutti gli uomini diventano miei amici, perché tu sei il Padre di tutti. Voglio santificare il mio battesimo vivendo con pienezza questa dignità”. Chi spera nel Signore non resta mai confuso, perché è il Padre misericordioso, è il Padre infinitamente buono e infinitamente amabile.

CODICE 86BHQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 18/02/1986
OCCASIONE Omelia, Martedì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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