Quaresimale – Martedì I Quaresima
Is 55,10-11; Mt 6,7-15
Dobbiamo stimare molto la preghiera del Padre Nostro, è veramente preziosa perché, quando ci presentiamo a Dio, ci presentiamo con le parole del suo Figlio, di Gesù. Come può il Padre Celeste rifiutarci l’ascolto, quando sono parole del suo Figlio prediletto? Quelle parole, che Gesù ha messo nella nostra bocca perché sono il frutto di tutto il suo insegnamento, sono il frutto ancora della sua Passione e Resurrezione, perché ci ha fatti veramente anche noi figli con il suo sangue, anche noi come figli possiamo ripetere le parole di Gesù in tanta confidenza, in tanta sicurezza.
Il Signore veramente ci guarda con amore, Dio non è lontano da noi, Dio ci vede così come membra del suo Figlio diletto. La confidenza, la pienezza della gioia, perché è una preghiera che ci dà molta letizia, una preghiera che ci dà quella serenità che dice: “Non temo nulla, sono nella volontà di Dio e a Lui rivolgo la mia invocazione con la certezza di essere nel suo piano, perché il suo piano è la sua gloria”. “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno”(Mt 6, 10).
La gioia di una confidenza per tutto, anche per le cose materiali, la certezza del perdono: “Rimetti a noi i nostri debiti” (Mt 6, 12); la certezza della vittoria sulle nostre tentazioni, la certezza che nel combattimento avremo la meglio: “Liberaci dal male” (Mt 6, 13).
Sì allora una revisione di come diciamo questa preghiera. Dobbiamo dirla così, con un senso profondo di adorazione. Il Padre nostro è l'Infinito, è il Signore di tutto. Dobbiamo dire questa preghiera con amore: i figli si sentono amati, ricambiano l'amore; bisogna dirla con riconoscenza, perchè è un dono in se stessa che ci assicura tutti gli altri doni . Bisogna dirla con un senso profondo di ecclesialità, perchè è il Padre nostro, è il Padre di tutti noi che siamo nella Chiesa.
Una confidenza grandissima, perchè noi vogliamo che tutti gli uomini possano raggiungere il traguardo di essere figli di Dio. Il desiderio della ricchezza dell'evangelizzazione, della collaborazione per l'evangelizzazione della nostra fervida posizione, una posizione che ci porta allora a dire la preghiera con contrizione dei nostri peccati, a dire la preghiera con una speranza vivacissima che tutto sarà per il bene e che il Padre sempre ci esaudirà. Vogliamo che questa preghiera sia allora una preghiera frequente, una preghiera umile, una preghiera detta sempre con tanto senso e con tanta riflessione; mai dirla distratti quasi una formula da recitare in qualche maniera. Il Padre Nostro deve essere la preghiera che ci educa, che ci consola, che ci conforta.
CODICE | 84CCQ01340N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 13/03/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì I Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La preghiera del Padre Nostro |
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