Is 55,10-11; Mt 6,7-15
“Su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Oggi è la festa della cattedra di San Pietro a Roma, cioè ringraziamo ancora Dio per l’episcopato di Pietro a Roma, per il governo che iniziò di tutta la Chiesa. È per noi un motivo di gioia ed è la gioia più grande perché è la sicurezza. Il Signore, fondando la Chiesa su Pietro, l’ha voluta rendere stabile, vittoriosa degli innumerevoli nemici che, in ogni età, avrebbe avuto. Ha voluto che la Chiesa fosse così unita, su una persona, la persona del papa; fosse unita perché, attraverso il papa, noi sentissimo la presenza viva e perenne di Gesù, quella presenza che dice un amore incredibile di Gesù per la Chiesa, un amore continuato, un amore vigilante, un amore di predilezione perché nella Chiesa ha voluto effondere i tesori da Lui acquistati nel suo mistero pasquale, perché nella Chiesa ha voluto continuare la Sua vita. Gesù vive nella Chiesa, agisce nella Chiesa. È per questo che la Chiesa è la luce di tutti i popoli e sempre la sua missione sarà espletata fino alla consumazione dei secoli. La Chiesa Corpo di Cristo.
Noi sappiamo bene che dobbiamo realizzare la nostra vocazione nella Chiesa, ascoltando la Chiesa e ubbidendo alla Chiesa. Ascoltando la Chiesa, con umiltà, in spirito di fede, con sempre grande fiducia e dobbiamo agire secondo quello che il Signore esige da noi, perché vuole che noi diamo e vuole che noi riceviamo, perché ognuno nella Chiesa ha il suo carisma e deve comunicarlo ai fratelli e ognuno deve saper prendere dagli altri membri della Chiesa quello che lo Spirito Santo ha preparato.
Vivere la Chiesa è quindi vivere un mistero di amore, quel mistero per cui Gesù ha donato a tutti i battezzati lo Spirito Santo, quel mistero d’amore per cui lo Spirito Santo lega tutti i membri al Capo Gesù e realizza tra tutti i membri una comunione mirabile.
Vivere la Chiesa. Non avere paura di essere i fedeli esecutori delle volontà della Chiesa, di essere i primi a difenderla ed amarla. Stringerci attorno al nostro papa e condividere le sue ansie e le sue preoccupazioni per tutto quanto il mondo. Sentire come ogni cristiano deve avere l’eco di tutto quello che si svolge nel mondo e che interessa e tocca la Chiesa. E alla Chiesa è affidato l’universo, perché la Chiesa non è per se stessa, è per il mondo, è per la salvezza del mondo, è per l’universale evangelizzazione, perché tutti gli uomini trovino in Dio, loro creatore, il punto di coesione e di concordia.
Quanto dobbiamo essere preoccupati di non essere nella Chiesa dei membri inutili, dei parassiti.
Ecco i nostri doveri: pregare per la Chiesa, sentire con la Chiesa, obbedire alla Chiesa. Ognuno di noi voglia essere fervidamente attivo, pronto a donare quanto nel cuore gli ha messo la Grazia di Dio.
Donare molto, donare sempre, donare con fede, donare soprattutto nella carità operosa e fervida e così nella misericordia di Dio ci sentiremo ben uniti e, facendo la nostra comunità parrocchiale, vorremo non chiuderci nei nostri problemi, ma respirare, insieme con il sommo pontefice, del respiro più amplio e più grande che è il respiro ecumenico per tutta la Chiesa.
CODICE | 83BNQ01340N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 22/02/1983 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì I settimana Tempo Quaresima, Festa Cattedra San Pietro |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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