06/12/1988 - Omelia Martedi II Avv Nov Imm 8

Is 40,1-11; Mt 18, 12-24.

Il discorso dell’Avvento è tutto qui: è il Pastore che viene a cercare le pecore smarrite. L’Avvento ha questo senso e dall’Avvento dobbiamo saper prendere ed esultare.

Viene a cercarci; viene con rinnovate grazie, con il suo infinito amore; viene perchè ognuno di noi possa trovare la pace del cuore, la consolazione di cui ha bisogno, possa trovare la sicurezza e la speranza. La sicurezza che non siamo abbandonati; la speranza che raggiungeremo la meta segnata.

Sicché l’Avvento, questo incontro, avviene per ogni anima. È nell’intimo dell’anima che avviene l’Avvento, che avviene questo incontro.

Tu ti devi lasciare incontrare, devi lasciare che il Pastore ti raggiunga e ti ponga sulle sue spalle. Ha amore per te. Ha tanto amore per te che ti perdona i tuoi peccati, che vuol dimenticare i tuoi peccati. Ha solo bisogno di trovare un cuore pentito, un cuore purificato, un cuore che detesti totalmente il piacere del peccato e prenda con gioia, con vera gioia, i valori soprannaturali. Si tratta proprio di scegliere: o si sceglie ciò che è inferiore ed egoistico o si sceglie ciò che è superiore e grande.

Ecco, mentre si avanza l’Avvento, dobbiamo meditare di più sull’amore di Gesù Salvatore, dobbiamo convincerci che la nostra vita vale solo man mano è in Lui. Un cristiano deve ogni giorno percorrere la sua strada; ogni giorno deve andare incontro al Signore; ogni giorno deve trovare la sua felicità nella legge e nella sicurezza del Signore.

Proponiamoci quindi un proposito energico: abbandonare le cose che non valgono; abbandonare le cose che sono occasioni di peccato e abbandonarci con fiducia, con umiltà e con gioia nel Cuore di Gesù.