Is 1,10. 16-20; Mt 23,1-12
“Il più grande tra voi, sia vostro servo”. È la grande lezione dell’umiltà che il Signore ci ha voluto dare; eppure sono tanto pochi quelli che sono veramente umili, perché l’orgoglio è stato il primo peccato: il primo peccato degli angeli e il primo peccato degli uomini. Il tentatore diceva nel paradiso terrestre: “Sarete come Dio” e il peccato è nato dal voler essere come Dio.
Il peccato d’orgoglio prende il cuore dell’uomo, lo prende nelle sue più intime fibre e tutti si vogliono sentire importanti e vogliono essere importanti per gli altri. La tentazione è sempre quella: la ricerca della propria gloria, la ricerca del proprio prestigio, la ricerca della lode, del plauso.
Noi dobbiamo avere invece un’altra misura ed è qui il nostro combattimento. Noi dobbiamo misurarci su Cristo che, essendo Figlio di Dio, si è abbassato ed è diventato uno come noi e tra noi è stato come un servo. Il suo programma di vita, lo conosciamo bene, Lui stesso lo ha tracciato. Ha detto: “Il figlio dell’uomo non è venuto ad essere servito, ma a servire”, del servizio più radicale: dare la propria vita per gli altri.
La vita di Gesù in realtà è stata tutta per noi, a servizio nostro e quando, nell’ultima cena, compì la lavanda dei piedi, Gesù, ancora una volta, ne prese motivo per indicare il suo esempio.
Abbiamo bisogno di diventare umili. Ma perché? Perché l’umiltà è amare la verità, perché l’umiltà è la vera cognizione di noi stessi. Se non abbiamo la verità, abbiamo la menzogna e allora la vita si svolge su una menzogna, immaginando che quello che abbiamo di buono sia merito nostro, mentre è dono di Dio, immaginando che le nostre azioni siano perfette e degne di lode, mentre lo sappiamo bene quanto sono difettose.
Ecco il cuore di Gesù che ci ripete questa sera che anche noi dobbiamo percorrere la sua strada: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”, troverete la pace per le anime vostre. Imparate da me a servire gli altri, se non altro con la preghiera, con l’aprire loro la strada verso quella che è una vita più piena e più cristiana.
Impegniamoci perché la quaresima, durante la quale riconosciamo i nostri peccati, ci porti ricchezza di umiltà, tensione forte per essere umili e pazienti.
CODICE | 82C8Q01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 09/03/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì II settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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