04/03/1980 - Omelia Martedi II Quar

Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1980
Omelia, martedì̀ II settimana Tempo di Quaresima

Ascolta l'audio

Is 55,10-11; Mt 6,7-15

“ Dicono e non fanno”. È la grande condanna, la condanna che noi dobbiamo temere. Gli scribi e i farisei hanno così sciupato quella che poteva essere la loro teoria, perché hanno sciupato la pratica. Noi possiamo avere molte belle teorie, ma se manchiamo di pratica noi incorriamo nel giudizio di Dio: “Dicono e non fanno!”. Guardiamo le nostre giornate se sono caratterizzate così, dal dire e dal non fare. E vedremo che, se fosse così, la ragione è l’attaccamento, la ragione sta nel cuore che è gretto, nel cuore che non sa dare, nel cuore che vuole avere la consolazione dalle cose che passano, dalle cose di quaggiù. Non ha detto Gesù “Beati i poveri di cuore perché dei essi è il regno dei cieli”? La beatitudine è fondata così sul distacco, sull’animo che si libera, che vuol restare libero, che non vuole essere schiavo delle cose. Perché si dice e non si fa? Proprio per la tentazione dell’idolatria. Noi amiamo fare ciò che ci pare e ciò che solletica il nostro egoismo e la nostra sensualità, noi vogliamo possedere per il gusto di possedere, avere come la sorgente della felicità. Manchiamo di povertà, manchiamo di gioia, cadiamo nella condizione dei farisei. Ecco perché con insistenza noi invochiamo la liberazione, la liberazione piena, decisa; la liberazione dello spirito di povertà, dello spirito di distacco, da procedere in mezzo a tutte le cose di questo mondo con il cuore libero. Saper adoperare le cose, ma non essere schiavi delle cose. E noi sappiamo che questa è una grande conquista, questa è una delle conquiste maggiori che può fare un’anima, perché, oltre a raggiungere la beatitudine, c’è uno speciale aiuto, c’è un sostegno meraviglioso: “Vieni, padre dei poveri”. Perché lo Spirito Santo è detto “padre” se non perché è proprio Lui che crea nel nostro cuore i gusti, che provoca le scelte? Se non proprio perché è lo Spirito Santo che ci educa allo spirito di distacco, che ci fa capire il valore dei beni, la gerarchia dei beni, proprio perché lo Spirito Santo, quando viene invocato e scende nei cuori, provoca una meraviglia? Per un distacco da una cosa materiale e vile dà un’abbondanza di gaudio, educa a sentire le cose, educa a gustare di Dio, educa al dialogo e all’amore continuo al Signore. Dobbiamo invocarlo molto per essere anche noi tra questi poveri, tra questi che cercano soprattutto quello che è eterno, cercano soprattutto quello che conta per la gloria di Dio, quello che in fondo riempie il cuore e fa distaccare da tutto quello che è miseria, tristezza, peso.

CODICE 80C3Q01341N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1980
OCCASIONE Omelia, martedì̀ II settimana Tempo di Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS