Gv 6, 51-58
Sentiamo, in questo momento, viva e forte l’impressione di queste parole: “Chi mangia la mia carne, io lo risusciterò” (Gv 6, 54).
Siamo insieme per invocare la pace a questa defunta, che veramente è stata di esempio nella sua vita di fede e di devozione e ci sentiamo ben incoraggiati nella nostra preghiera, perché la promessa del Signore non viene meno.
Lei tante volte nella sua vita si è accostata all’Eucarestia, fedele alla sua Messa, fedele alle sue devozioni, pronta ed esemplare nella partecipazione. Sì, è defunta, è nel sonno della morte, ma risusciterà. La fede ci assicura: la vita di chi è in comunione col Signore non viene meno, non può venire meno! Si entra nell’eternità con Lui, con Lui che ci ha dato la sua carne, ci ha dato la sua stessa vita terrena morendo sulla croce, diventa il nostro premio nel cielo.
Animiamoci allora e rinfranchiamoci nella nostra devozione, perché non ci sia nessuno di noi che non comprenda questo grande valore: di avere vicino a sé la presenza del Cristo, che ci ama, che ci sostiene, che si dà a noi. Perché istituire l’Eucarestia è darsi a noi, darsi a noi perché lo facciamo nostro, come facciamo nostro il pane che mangiamo. Lo facciamo nostro, cioè viviamo di Lui, respiriamo di Lui, operiamo in suo nome. La vita del credente non è un ritualismo di certe cose, la vita del credente è il realizzare nella propria esistenza la vita di Cristo, vivere come è vissuto Lui, scegliere come ha scelto Lui, desiderare quelle cose che Lui ci ha indicato.
Ecco, la nostra defunta ci dà questo messaggio: - Mangiate anche voi la sua carne per vivere di Lui. Vivete di Cristo! - Questo conta nella vita: tutto il resto è cosa che tramonta, è cosa che presto impallidisce, è cosa che non dura. Questo mondo è pieno di cose vane, tutte vengono meno, non viene meno aver vissuto bene, aver vissuto come Cristo.
Ora, raccogliamoci con fede nella preghiera, per invocare dal Signore una pronta gloria a quest’anima, vissuta nella preghiera e nel silenzio, perché il Signore le perdoni quello che possa avere commesso di manchevole e l’ammetta nella sua casa, nello splendore della sua casa.
CODICE | 82DS001362F |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/04/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì III settimana di Pasqua - Funerale |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La resurrezione dei morti |
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