Dn 3,25. 34-43; Mt 18,21-35
Questa sera siamo interpellati sulla autenticità del nostro amore al prossimo. Il Signore ci dice che davanti a Lui non ci si può nascondere, perché Lui vede fino in fondo al cuore, vede ogni movimento del nostro animo, vede il movente di ogni nostra azione e, se davanti agli uomini possiamo sembrare diversi, davanti a Dio non possiamo. Il Signore ci giudica secondo l’amore. È l’amore a Lui e, in Lui, al prossimo, ciò che rende apprezzabile e degna la nostra vita. Voler bene davvero agli altri, capire le loro lacune, i loro difetti, i loro torti, perdonarli, perdonarli in verità, con tutta l’anima, fino a settanta volte sette, espressione per dire sempre, anche se ci sembra che la nostra carità venga presa per debolezza, che il nostro non reagire venga preso come mancanza di coraggio. Le parole del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre vostro” spalancano un orizzonte sconfinato. Sempre e sempre con tutto il cuore e sempre come fosse la prima volta, non negando l’aiuto, non negando il perdono, non negando quello che in realtà è nelle nostre vere possibilità.
Quindi un amore paziente, un amore umile, un amore generoso, un amore che non vuol far pesare agli altri ciò che è il peso nostro, perché altrimenti facciamo come il servo che fa castigare il suo debitore. Essere così di anima aperta da volere essere sempre sereni, forti nel nome del Signore, con la Sua grazia, non facendo i conti sulle nostre capacità, ma facendo tutta la nostra confidenza nel Signore.
Essere buoni nel Suo nome, essere buoni perché Lui è con noi e ci aiuta.
CODICE | 83C7Q01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 08/03/1983 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì III settimana tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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